PRC: sul caso Itrec dellaTrisaia di Rotondella
Colpisce la periodicità con cui la stampa e gli organi della
comunicazione si accorgono della notiziabilità della situazione in cui versano
i materiali radioattivi custoditi nell'impianto ITREC della Trisaia e dei
presunti traffici e smaltimento illegale di scorie nucleari nei nostri
territori. Colpisce soprattutto la strategia che è sottesa alla narrazione
giornalistica sul caso ITREC e la pressoché immobilità delle istituzioni e
degli organi competenti nell'avviare azioni capaci di fare definitivamente chiarezza
sul fantasma nucleare nella Trisaia di Rotondella.
La ciclicità delle campagne
di stampa oramai accompagna la vita della nostra comunità, come un qualsiasi
fatto naturale, come l'arrivo dell'estate o di un temporale estivo. Ogni volta
che si intende sollevare la questione dell'uscita definitiva dal nucleare la
tematizzazione che si impone sulla questione è bella e pronta, il framework
interpretativo è chiaro: l'impianto ITREC è stato oggetto di traffici, la gestione della
materia nucleare è stata fatta con l'aiuto di poteri occulti e mafiosi, gli
appalti venivano gestiti clientelarmente dalla politica, il nucleare lucano è
collegato alla vicenda di Ustica e all'uccisione di Ilaria Alpi. Mentre l'attenzione della comunità si abitua
alla narrazione imposta e si assuefa alla
presenza di un Centro di Smaltimento di scorie sotto casa, (un'ottima strategia
di comunicazione del rischio), il presunto protocollo operativo tra ARPAB e
SOGIN S.p.A. per la gestione dell'attività di monitoraggio ambientale sulle
attività dell'ITREC che attribuirebbe sostanzialmente alla SOGIN il ruolo di
controllato e controllore prosegue, o meglio abilmente è sparito dal dibattito
pubblico. Mentre le persone più attente ragionano sui presunti scenari che
hanno portato alla strage di Ustica, al carico nucleare e al ruolo dell'ITREC,
si avviano le attività di bonifica di quella che fino a qualche anno fa era
conosciuta come fossa Irreversebile, che quasi magicamente, o per il progredire
delle conoscenze tecniche di gestione dei rifiuti nucleari, è divenuta oggetto
di bonifica.
Nel momento in cui sono ancora più necessari i controlli per
monitorare le operazioni di bonifiche e di recupero e smaltimento dei materiali
nucleari conservati nella fossa saltano fuori articoli che trattano delle trame
oscure che hanno portato alla decisione governativa del 13 Novembre 2003 di
localizzare a Scanzano Jonico il deposito unico nazionale, di intercettazioni che provano "inconfutabilmente" presunti
reati nella gestione dei rapporti tra SOGIN e Istituzioni locali. Quello che
sorprende nell'ultima ondata di articoli di stampa è la contemporaneità di
questi con l'avvio delle attività di bonifica e le evidenti imprecisioni che riportano
nel racconto dei fatti. Sembra essere nel bel mezzo di una strategia della
disattenzione che sposta e guida l'interesse dell'opinione pubblica. Ogni volta
che si cerca di porre l'attenzione sulla garanzia e tutela della salute
pubblica c'è qualcuno, un grande fratello, un potere forte, che sposta l'attenzione su altri temi.
La sezione "Prof. Mario Di
Matteo" del Partito di Rifondazione Comunista denuncia lo stato di
disinformazione in cui versa la comunità di Rotondella sullo stato dei lavori
di decommissioning e sulle attività di monitoraggio ambientale dell'impianto
ITREC di Trisaia, condanna la strategia di comunicazione sul rischio messa in
atto dagli organi di stampa e dai soggetti interessati e invita le istituzioni
competenti a fare definitivamente chiarezza sulla gestione del nucleare in
Basilicata. Si chiede pertanto al Comune di Rotondella, alla provincia di
Matera, alla Regione Basilicata, alla SOGIN spa e all'Arpab di avviare un
programma trasparente di gestione del nucleare in Basilicata che faccia leva
sui seguenti punti :
convocazione del tavolo della trasparenza a Rotondella aperto ai
cittadini delle comunità del metapontino e alle loro associazioni;
l'avvio di un registro pubblico sui tumori e sulle malattie collegate
all'esposizione radioattiva al fine di monitorare scientificamente la salute
dei cittadini delle comunità esposte al rischio nucleare dell'impianto ITREC;
la garanzia di attività di monitoraggio ambientale realizzate da
soggetti istituzionali tecnici capaci di
garantire e tutelare la salute pubblica;
l'avvio di un piano di gestione delle attività di decomissionning
certo, i cui aspetti (dai presupposti alla realizzazione) siano concordati e
condivisi dagli organi tecnici e dalle popolazioni locali secondo quanto
sancito dalla Convenzione di AARHUS;
l'avvio a livello comunale di attività di bio-monitoraggio ambientale
indipendente.
Il partito della Rifondazione comunista di Rotondella, lungi dal creare
facili allarmismi tra le popolazioni, auspica che le stesse, insieme ai loro
rappresentanti, possano avviare delle azioni rivolte alla riappropriazione del
territorio, alla sua conservazione ed alla tutela della salute pubblica.
Il Segretario del PRC di Rotondella Claudio PERSIANI
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