Vive in Toscana il designer Vincenzo Missanelli
domenica 03 ottobre 2004

Tursi - Quella del noto designer Vincenzo MISSANELLI è la storia di una esemplare emigrazione intellettuale dal Sud, per l’affermazione di una eclettica sensibilità creativa. Libero professionista da oltre un ventennio in Toscana, vive ad Empoli con la moglie Marta. Socio dell’ADI (Associazione per il Disegno Industriale) di Milano e socio fondatore dell’AD-Toscana (Associazione per il Design),  Missanelli, 50 anni, ha progettato manifesti per artisti come Emilio Isgro, Bruno Munari, Piero Dorazio, Luciano Lattanzi, Arnaldo Pomodoro, per il critico d’arte Umbro Apollonio e per il gallerista Renato Cardazzo. Maturate le esperienze con una molteplicità di materiali (ceramica, legno, lexan, marmo, metalli tecnopolimeri, vetro), alcuni lavori-prodotti, disegnati nei più svariati settori del design (attrezzistica per auto, cartotecnica, ceramica, mobile, imbottiti, complementi d'arredo, illuminazione, rubinetteria e accessori bagno, maniglie, oggettistica), sono stati esposti nelle più importanti manifestazioni e fiere specializzate del settore nazionali e internazionali: Verona, Bologna, Rimini, Milano (Florence Gift Mart, Salone Internazionale Del Mobile, Macef); all’estero, a Parigi (Salon Internationale Du Meuble), Birmingham (Lighting Show), Frankfurt (Light+Building), Valencia (Fiam), Mosca (Mebel), Copenhagen (Scandinavian Forniture Fair). Con innata gentilezza e immediata disponibilità, ci ha così risposto.

La tua giovinezza? Ogni qualvolta la memoria mi riporta nel passato, rivivo l’infanzia a Tursi e i ricordi si affollano. Penso ai tanti anni di spensieratezza e alla fortuna di aver vissuto in una famiglia dove il calore umano e, nello stesso tempo, una rigida educazione sono stati per me fondamentali. Con mio padre Salvatore Missanelli, c’era mia madre Maria Giovanna Russo, la sorella Maria e i fratelli Giuseppe e Antonio, che è l’unico sopravvissuto con la sua famiglia.

Cosa rappresentano il paese e i concittadini? E’ l’intima parte antica, quel valore aggiunto che promana dalle proprie radici ed esiste e resiste in ogni persona. Noi tursitani siamo dignitosi e fieri, ma propensi ad accogliere nuovi stimoli ed iniziative, sapendo trasformare l'orgoglio e la tenacia in virtù propulsiva. 

So che ritorni sovente, come valuti i cambiamenti? Si, direi spesso, appena gli impegni me lo consentono. Sono rimasto piacevolmente sorpreso nel notare diversi interventi urbanistici che, negli ultimi tempi, hanno migliorato la vivibilità ambientale, nel rispetto del centro storico. 

Perché il design? Forse per un’avventura intellettuale ed esistenziale, con risvolti pratici e concreti, essendo sollecitato e incuriosito da una professione in continua evoluzione. Infatti, è una attività complessa e difficile, che richiede costante ricerca nello sperimentare nuove forme (di espressione), rivolta alle esigenze e al miglioramento del vivere quotidiano.

Cosa ti stimola nel dare forma a "nuovi" oggetti? Molto spesso occorre intervenire in profondità nel progetto, perché insorgono nuove e più aggiornate esigenze di ordine tecnico o materico, o strutturale o altro ancora, a causa delle eterogenee motivazioni che legano la produzione al mercato. Queste fasi, in costante analisi, danno origine a nuovi stimoli creativi,  per riuscire a soddisfare la committenza e i desideri di un pubblico sempre più esigente.

Il grande desiderio realizzato e quello ancora da concretizzare? Senza dubbio non aver tradito le aspirazioni della mia giovinezza. Oggi vorrei realizzare, anche se appare utopistico, un laboratorio sperimentale “futuribile”. 

Se fossi nato magari in una grande città, avresti avuto più o meno difficoltà ad emergere? Probabilmente avrei avuto meno difficoltà. Però non avrei avuto altrettanta volontà e grinta di chi proviene dalla provincia. 

Come definiresti il binomio design-designer? “Design” è la risultanza complessiva di una sequenza logica di informazioni e operazioni interdisciplinari di ricerca, progetto e verifica, in connessione combinatoria fra di loro, capace di dare sostanza formale e funzionale alle esigenze e ai bisogni sociali  prodotti dall' industria, la quale subisce dei contraccolpi dagli stessi mutamenti che provoca o alimenta. In tali condizioni divengono fondamentali l'azione educativa e i “valori” sociali del prodotto, qualunque esso sia (dall' oggetto singolo alla segnaletica di una città, dal disegno di un parco pubblico alle suppellettili della propria abitazione, ecc.). Quindi, la funzione del Designer, come portatore di nuove visioni di questa cultura, diventa un modo quasi ovvio e naturale di approccio ai bisogni e al  loro valore di uso. Il designer deve applicarsi, cioè, in ogni campo (dalla pianificazione urbana al graphic design, dall' industrial design alla pubblicità, dalla progettazione architettonica alla corporate image), dove più chiara è la sua funzione e più legittimo e necessario il suo intervento. E la chiarezza funzionale, la sicurezza e  la durata dovrebbero essere i segni distintivi del lavoro professionale. Altrimenti l'estetismo, la stravaganza e lo snobismo, finiscono per diventare il terreno più frequentato e il luogo di esercizi tutto sommato controproducenti. Insomma, è un settore che nei prossimi decenni, probabilmente, diventerà l'elemento trascinante dell'economia, destinato ad occupare uno spazio sempre maggiore, influenzando anche le produzioni derivate.

 

Scheda- Nato a Tursi nel 1954, Vincenzo Missanelli, secondo di quattro figli, si è diplomato all'Istituto Statale d'Arte di Bari, con specializzazione in Ceramica, ed ha poi studiato Scultura all'Accademia di Belle Arti di Firenze e Carrara, dove, nel 1978 ha conseguito il diploma di laurea. Con la tesi: “Indagine di alcuni metodi di progetto dalla richiesta del committente fino alla messa in produzione dell'oggetto”, ha analizzato i metodi progettuali di alcuni oggetti di design di Mario Bellini, Silvio Coppola e Bruno Munari. Nello stesso quadriennio dell’accademia, partecipa ai corsi di specializzazione in Teoria e storia del design, Design, Ricerca e tecnica di materiali artistici, Tecniche grafiche speciali. Nell'Accademia carrarese, L’anno dopo è invitato alla XIV Internationalen Malerwochen in der Steiermark-Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum, in Austria. Nel biennio successivo compie sperimentazioni e ricerche sull'ambiguità percettiva della luce riflessa sul colore e su materiali di diversa natura, interessandosi, inoltre, ai problemi inerenti la  plasticità strutturata e l'informazione visiva. Nel 1982 inizia l'attività di Designer. Dallo scorso anno, compie viaggi di ricerca a Hong Kong, Guangzhou, Zhongshan Guangdong e Shanghai per verificare lo sviluppo nei nuovi grandi mercati emergenti. Pubblicazioni e pubblicita' di progetti sono apparse sulle maggiori riviste specializzate del settore (Abitare, Casabella, Domus, Fascicolo, Formaluce, Il Bagno, Illuminotecnica, Interni, Interni, Annual, Italian Lighting, Lighting Design, Metropolis-Usa, Ottagono, Spazio Casa, Ufficiostile).

 

Salvatore Verde