Emilio Gagliardi, collezionista ed artista
marted́ 19 marzo 2002

Tursi – Emilio Gagliardi, nativo di Colobraro ma residente a Tursi ormai dal 1966, è sicuramente il massimo conoscitore d’arte moderna e contemporanea che possa annoverare la “città di Pierro”. Dopo una serie di incontri fissati e sempre giustificatamente rinviati, l’appuntamento si è quindi concretizzato in un pomeriggio di relativo riposo della sua sempre frenetica attività di collezionista, mercante d’arte e di pittore egli stesso. “Un cultore d’arte”, come ama definirsi, dai modi sempre garbati, che alterna questa sua enorme passione con quella lavorativa di funzionario del Ministero del lavoro ormai dal 1973, quando contrasse matrimonio con la signora Enza e partì con “appena sette opere”. Del grande appartamento impressionano subito l’arredamento di gusto moderatamente antico, la contenuta vivacità dei colori, i circa 4.000 volumi della biblioteca, la discrezione del sistema di sicurezza e soprattutto la presenza di moltissimi quadri alle pareti, oltre 350 di autori del Novecento, tra i quali spiccano gli autentici, anche certificati, di Treccani, Sassu, Fiume, Levi, Brindisi, Burri, Schifano, Baj, Cassinari, Migneco, Scialoia, Crippa, Corpora, Guidi, Caruso, D’Orazio, Dova, Casorati, Contatore, Moreni, Vespignani, Pirandello, Maccari, Zoran Music, Attardi, Tosi, Santomaso, per citare a caso i più famosi, insieme a tanti altri meno noti e ad un centinaio di pezzi della propria produzione, incorniciati e non nello studio del piano attico. Nulla da invidiare quindi ad una vera e fornita galleria, ci conferma “sempre fruibile da chiunque e a disposizione di altri esperti e studiosi, basta accordarsi con gli impegni”. Inevitabilmente si parla dell’attuale situazione nel Materano, “con un sorprendente mercato di buon livello e alcuni ottimi intenditori e sporadiche pericolose incursioni pugliesi nelle trappole dei falsi d’autore”, e della crisi superata degli anni Novanta, “da poco infatti si è tornati a spendere molto, curando il rapporto con i clienti più stabili e facendo informazione e divulgazione consigliata ai neofiti che non mancano”, ma anche del grande dispendio di tempo, risorse ed energie per assecondare “una passione difficile da gestire nella piccola realtà locale, con migliaia di chilometri ogni anno da percorrere per la partecipazione alle aste, tenere i rapporti o acquistare direttamente e senza intermediari dai grandi artisti, anche se non è vero che si risparmia molto”. Poi aggiunge: “E’ innegabile che le quotazioni siano lievitate e di molto negli ultimi periodi; con l’aggiunta dei costi di certificazione autentica, anche un quadro di piccole dimensioni può costare parecchio, ma tutte le emozioni vere suscitate da un’opera d’arte facilitano la propensione all’acquisto, soprattutto in chi vuole investire. Tuttavia, i costi sono a volte esagerati pure nel confronto con i nomi illustri, e questo aspetto del mercato è negativo, incomprensibile ed ingiustificabile”. Emilio Gagliardi è oggi un invidiabile sessantatreenne dalla inconfondibile barba curata ma non lunga, da sempre “icona” riconosciuta praticamente da tutti in paese. Dei tursitani apprezza lo scultore e designer Vincenzo Missanelli, che vive e lavora a Firenze, e l’affermato pittore Luigi Caldararo. Dal collezionismo e dalla frequentazione assidua del mercato sono giunti gli stimoli giusti per una vocazione creativa autonoma e personalissima, a tratti originale, con una produzione impegnativa, “che assorbe di fatto tutto il tempo disponibile”, gli ricordano i due figli, Davide e Sara, studenti universitari quasi al termine.  La sua produzione  avviene sovente di sera, non di rado con realizzazioni ‘di getto’ e senza ritorni successivi, “per conservarne immediatezza e freschezza ispirativa”. Un itinerario evolutivo accattivante, dalle forti intensità cromatiche e dalla generosa commistione di materiali diversi e ‘strani’, per una ricerca di forme, colori, sostanze e di equilibri e stimoli che partono da suggestioni dell’arte ‘infantile’ per approdare all’astratto geometrico e allo studio delle forme delle scritture antiche, fino all’attuale filone completamente non figurativo e quasi tridimensionale dei quadri rovesciabili, dal punto di vista anche interscambiabile, con tecnica mista, ma tutti sempre caratterizzati dalla forte connotazione dell’impegno per la tutela dell’ambiente e dalla denuncia del degrado umano. L’artista e l’artigiano sembrano fondersi per produrre “qualcosa:  invenzione e creazione come artificio; spesso non coincidente con gli stilemi di certa  bellezza, estetica alla moda”, mentre bisogna saper riconoscere la differenza dai dotati disegnatori, “e ce ne sono molti in giro”, perché “segna il tempo futuro chi riesce a contribuire alla trasformazione della realtà, con una tensione civile ed etica”. In tal senso vengono ‘nobilitati’ materiali disparati ed intingoli vari, come sabbia, argilla, resina, legno, stoffe, vetro, cemento, e inerti ferrosi lavorati alla fiamma ossidrica, per l’ottenimento di risultati sorprendenti, mirabili e stravolgenti. Quasi una sfida con se stessi, per un personale contributo al più ampio e generale discorso sull’Arte, misconosciuta a Tursi ma non altrove.

 Salvatore Verde