"In cammino" di Mons. Cuccarese è il suo testamento spirituale
sabato 11 maggio 2002

Tursi – In precedenza aveva pubblicato “Riflessioni sulla sofferenza”, edito da Laterza, “La potenza della Croce”, per le edizioni Carroccio, e altri documenti pastorali della Conferenza episcopale italiana, come “La famiglia, fondamentale riferimento per la vita” e “Appunti di spiritualità”, ma è sicuramente il recente e voluminoso “In cammino” l’autentico testamento religioso e spirituale di mons. Francesco Antonio Cuccarese, dal 21 aprile 1990 arcivescovo metropolita della diocesi di Pescra-Penne, oltre che membro della Commissione episcopale nazionale per il clero. Ed è anche, sul piano umano ed esistenziale, un’opera imponente, con oltre 1300 pagine divise in due tomi pregevoli pure graficamente e con un appartato fotografico alquanto incisivo per delineare il terreno pellegrinaggio e il percorso di vita personale e pubblico al contempo, dell’uomo di Chiesa nel suo lungo e documentato magistero. Molte le circostanze ufficiali tutte puntualmente datate (lettere, indirizzi e messaggi pastorali, preghiere e omelie, incontri pubblici e convegni, ma anche testimonianze e riflessioni, appunti di viaggio in Italia e all’estero, e solo un paio di pagine dedicate alle pur notevoli e concrete iniziative sostenute in alcune parti del Mondo), con la riproposizione di alcuni interventi stampa e messaggi televisivi. Insomma, un itinerario retrospettivo utile per meglio collocare la parabola storica dell’Arcivescovo, che è riconosciuto umile pastore, puntuale ed appassionato predicatore, dalla solida dottrina, sempre in profonda e convinta sintonia con l’insegnamento primo di Giovanni Paolo II, del quale, in apertura del I° tomo, riporta diversi brani tratti da suoi interventi e scritti,  e perciò ricca di esperienze vissute con serena ed intensa ispirazione, vigorosa e  attuale testimonianza di fede, amore e carità. La monumentale pubblicazione dello scorso anno si avvale dell’esemplarmente sottile presentazione del cardinale Camillo Ruini, presidente della Cei, che ne evidenzia “il disegno unitario e il ritmo interiore…oltre che il tono convincente e colloquiale”,  e della notevole introduzione di mons. Piero Coda, professore ordinario di Teologia sistematica nella Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense, che ne contestualizza “l’orizzonte del magistero episcopale, che abbraccia la comunità ecclesiale e la società civile…con un messaggio di speranza”. Gianfranco Grieco, sull’Osservatore Romano del 6 gennaio 2002, con il profetico titolo “Con la Chiesa per salvare il mondo”, propone una lettura tripartita, interessante e proficua, “segnata dalle tre tappe ecclesiali di mons. Cuccarese, in Basilicata, Campania e Abruzzo”. Infatti, nato l’8 marzo 1930 a Tursi, dove ritorna sovente poiché ancora vi risiedono i molti familiari, e quindi parroco a Teana (Pz) fino al 1955 e poi a San Giorgio Lucano per venti anni, dopo l’ordinazione episcopale del 1° aprile 1979 e prima dell’attuale titolarità, è stato per otto anni Arcivescovo di Acerenza, in provincia di Potenza, e successivamente Vescovo di Caserta dal 6 giugno 1987. Ed in effetti, come una summa enciclopedica si presta a non  sommarie letture di singole voci, così i numerosi capitoli impaginati per nuclei tematici, argomenti, contenuti, possono essere oggetto di approfondimenti e ritorni anche intermittenti a piacimento, con un ordine preferenziale personalissimo e perciò potenzialmente diversificato da parte dei lettori-destinatari, non solo delle Chiese locali segnati dal suo passaggio, religiosi, chierici, fedeli, volontari, laici, studiosi, amici. Sono naturalmente tanti gli aspetti e i motivi affrontati, ne citiamo quindi alcuni, in ordine e senza pretese gerarchiche: “Per una permanente formazione sacerdotale”, “Appunti di formazione per le suore”, “La famiglia: piccola chiesa domestica”, “I giovani: progetti e speranze”, “La scuola: educazione alla vita e conoscenza della verità”, “Per una politica imperniata sui valori cristiani”, “La solidarietà con gli emigrati”, “Europa: una cultura da evangelizzare”, “La sofferenza umana e il messaggio della Croce”. Ma sono pure molti, affettuosi e pregnanti gli scritti pastorali originati dall’esperienza lucana del suo ministero episcopale, legati certamente a circostanze indimenticabili, come “il primo giorno del servizio nella cattedra di Acerenza”, “Il saluto di commiato ai fedeli”, “Riflessioni sul IX Centenario della Cattedrale di San Canio”, per “L’anno Santo: un anno di pace e di grazia”, “Testimonianza inviata per il processo di beatificazione di mons. Augusto Bertazzoni”, “Vent’anni di vita diocesana (auguri per Tursi-Lagonegro)” o “In occasione del grave terremoto in Basilicata”. Per un vescovo che ama citare tra gli altri Pascal Blaise e Jean Guitton, David Maria Turoldo e Gianfranco Ravasi, Aldous Huxley e Tadeus Dajczer, Mario Masini e Arnaldo Pigna, Charles Andrè Bernard e Pierre Descovvemont, è giocoforza un approccio in piccole dosi continuative di stimoli, sollecitazioni, esortazione, inviti “a rinnovarsi per rinnovare”. Perché “l’uomo visione cristiana è infatti un essere in cammino, poiché viene da Dio, in quanto è da Lui creato, e va a Dio in quanto è il suo fine, il termine ultimo della sua esistenza”.

Salvatore Verde