Lirica: Il Flauto Magico, ultima opera del genio di Mozart, immenso e immortale
marted́ 01 maggio 2012

Lirica: Il Flauto Magico, ultima opera del genio di Mozart, immenso e immortale

La genesi del Flauto Magico è avvolta dal buio. E' giusto che sia così. Tutte le grandi opere dovrebbero essere avvolte dal mistero. Forse anche oggi, in qualche luogo oscuro e circondato dal più assoluto riserbo, un uomo sta lavorando ad un'opera che attraverserà il tempo e lo spazio vivendo "in eterno". L'opera originale di Mozart, "Il Flauto Magico", era stata scritta in tedesco, nonostante in quel periodo la lingua della lirica fosse l'italiano, e questo perché il genio di Salisburgo voleva rendere la musica che scriveva godibile anche al popolo e non solo a pochi eletti.

Il flauto magico,titolo originale Die Zauberflöte, è un'opera in due atti musicato da  Mozart su libretto di Schikaneder con il contributo di Karl Ludwig Giesecke. La prima rappresentazione avvenne al Theater auf der Wieden di Vienna il 30settembre 1791. L'azione si svolge nell'antico Egitto, trasfigurato in una dimensione fantastico-fiabesca. Un paesaggio montuoso, con un tempio sullo sfondo immaginario. Il principe Tamino sta fuggendo da un serpente e gli vengono incontro le tre dame della Regina della notte per aiutarlo. Le dame lo presentano alla regina della notte, Astrifiammante, che lamenta il dolore per la scomparsa della figlia Pamina, rapita dal malvagio Sarastro. Tamino, affascinato da un ritratto della giovane, decide di andare con l'uccellatore Papageno a salvare la principessa. Le Dame consegnano a Tamino un flauto magico e un carillon fatato a Papageno.

I due si incamminano verso il Tempio di Sarastro, sotto la guida di tre ragazzi. Papageno giunge per primo al tempio e penetra persino nella stanza dove il perfido moro Monostatos tiene imprigionata Pamina. Papageno e Pamina, scacciando Monostatos, tentano la fuga. Tamino frattanto giunge di fronte a tre Templi (Natura, Ragione e Saggezza) e si confronta con un sacerdote che, oltre a smontare l'immagine di un Sarastro cattivo, pone domande a Tamino sul suo essere uomo. Questi, sconcertato e disorientato, suona il flauto magico nella speranza di far comparire Pamina, invano. Trascinato da Monostatos, viene successivamente condotto al cospetto di Sarastro (alla presenza anche di Pamina), che lo libera e gli dice che, se vorrà entrare nel suo regno con Papageno, dovrà purificarsi. Tamino e Pamina si riconoscono e si amano da subito. Sarastro invoca Iside ed Osiride affinché aiutino spiritualmente Papageno e Tamino, che affrontano la prima prova: dovranno stare in silenzio, qualunque cosa accada.

Monostatos si avvicina furtivamente a Pamina addormentata: vorrebbe baciarla, ma è cacciato da Astrifiammante che, porgendo un pugnale alla figlia, le ordina di vendicarla uccidendo Sarastro. Monostatos, non visto, ha ascoltato tutto e minaccia di rivelare l'intrigo se Pamina non l'amerà. Sopraggiunge Sarastro: dopo aver scacciato Monostatos si rivolge paternamente a Pamina e le spiega che solo l'amore, non la vendetta, conduce alla felicità. Pamina cerca di parlare a Tamino, ma il giovane - essendo ancora sottoposto alla prova del silenzio - non può. Lei crede che non l'ami più, come le ha suggerito Monostatos, ora diventato alleato di Astrifiammante e forse innamorato di lei, e, colta dal dolore, medita il suicido, ma viene fermata da tre ragazzi che l'informano dello scopo della prova.

Durante questa prova, Papageno parla con una vecchina, che, poco più tardi, si rivelerà essere Papagena, una donna simile a lui, di cui si innamora. Tamino e Pamina superano le due successive prove: l'attraversamento dell'acqua e del fuoco. Ma subito dopo arrivano Astrifiammante, Monostatos e le tre dame per sconfiggere Sarastro. Un terremoto li fa inabissare, e così si celebra la vittoria del bene sul male. Sarastro e i sacerdoti celebrano la vittoria della luce sulle tenebre. Pamina e Tamino vengono accolti nel regno solare di Sarastro.

Le musiche di Mozart in quest'opera sono meravigliose, quando c'è la luce i fiori sbocciano e i colori sono brillanti, l'amore e la pace trionfano sull'oscurità, sulla guerra, sull'odio e desiderio di vendetta della Regina della Notte. Le musiche e le immagini si fondono in un'unica armonia che coinvolge lo spettatore senza mai annoiarlo. La scala dei sentimenti, propri della musica mozartiana, trova nel Flauto Magico la sua espressione più alta. Il tono popolare e comico, la sensualità istintiva e la solennità sacrale di fronte alla morte si succedono e si alternano continuamente.

La data di composizione, settembre 1791, è particolarmente importante e si può prendere perciò il Flauto Magico come un testamento spirituale, in particolare risulta toccante quella frase, verso la fine, dove Tamino, Pamina e i due armigeri cantano: «Grazie alla potenza della musica camminiamo lieti  attraverso la notte tetra della morte». Mozart morirà soltanto due mesi più tardi. Dopo anni di forte passione per l'opera lirica, sono giunta alla conclusione che in questa meravigliosa arte c'è una forza unica, un'energia capace di abbattere qualsiasi diversità, di unire e di coinvolgere tutti coloro che popolano il nostro affascinante pianeta. L'amore sussiste quando tutto frana, consola quando ogni consolazione viene meno. Coloro che vivono d'amore si nutrono di eterno. Le stelle stanno a guardare perché l'amore obbedisce ad una legge più alta.

Antonella Gallicchio