"I Puritani" di Bellini. Amore, una raffica di vento in un solo sospiro, chi vive d'amore vive
domenica 26 agosto 2012

"I Puritani"  di Bellini. Amore, una raffica di vento in un solo sospiro, chi vive d'amore vive in eterno, può perdere tutto senza mai perdere il cuore

Quando  ci sono "I Puritani"  si accorre. Un'opera meravigliosa, ma rappresentata pochissimo  a causa delle gravi difficoltà esecutive ed interpretative dell'opera, entrata nella mitologia del melodramma anche in virtù del celebre quartetto che la eseguì in prima a Parigi: Giovanni Battista Rubini, Giulia Grisi, Luigi Lablache e Antonio Tamburini.

Dell'opera vi sono molte versioni a seconda degli interpreti, tutte  naturalmente approvate dall'autore. Successivamente, l'opera fu molto alleggerita nelle difficoltà, ma nulla toglieva alla grandezza e bellezza dello spartito. Solo verso la metà del 1960,  grazie alla presenza di interpreti di prim'ordine (Sutherland, Gedda, Kraus, Sills, Pavarotti), iniziò un graduale percorso di esecuzione integrale. "I Puritani" è un'opera in tre atti di Vincenzo Bellini su libretto di Carlo Pepoli, tratto dal dramma storico di Jacques-François Ancelot e Joseph Xavier Boniface noto col nome di Saintine, Têtes rondes et Cavaliers. Debuttò al Théâtre Italien di Parigi il 24 gennaio del 1835, la rappresentazione ebbe un successo strepitoso. Il grande Bellini era conosciuto come il Cigno, grazie alle sue melodie piene  di una limpida bellezza, e ancora oggi la sua musica conserva un'aura di magia.

L'azione si svolge presso Plymouth, in Inghilterra nel XVII sec., al tempo di Oliver Cromwell. La storia d'amore si intreccia con lo scontro politico fra il partito dei Puritani e quello degli Stuart, dopo la decapitazione di Re Carlo I.  Elvira, figlia di Lord Valton, spinge il padre ad evitare il matrimonio combinato con un colonnello puritano e dichiara invece il suo amore per un partigiano degli Stuard, Lord Arturo. Lord Valton consegna ad Arturo un salvacondotto che permetterà ai due innamorati di uscire dal castello. Ma intanto in parlamento si celebra un processo contro una dama ritenuta spia degli Stuard: è Enrichetta di Francia, la vedova di Carlo I. Servendosi del lasciapassare di Valton, Arturo mette in salvo la regina facendola scappare dal castello. Elvira, ignorando l'identità della donna, crede che Arturo l'abbia tradita e non reggendo al dolore, perde il senno.

Dopo aver compiuto la sua missione, Arturo (condannato a morte da Cromwell) ritorna di nascosto al castello per incontrare Elvira. Accecata dalla gelosia, la fanciulla fa accorrere gente e mette così a rischio la vita di Arturo, ma provvidenzialmente riacquista la ragione. L'emozione è  grande ma la pace dura poco: l'esercito irrompe e circonda i due innamorati. Per Arturo è stata già pronunciata la condanna a morte quando uno squillo di tromba annuncia la definitiva sconfitta degli Stuart. Per celebrare la vittoria, Cromwell dispone un'amnistia, i due innamorati possono finalmente annunciare il loro matrimonio. I più grandi capolavori nascono dall'amore, amore, una raffica di vento in un solo sospiro. L'amore è bellezza, felicità, è ogni movimento della nostra anima dove batte forte la nostra vita, nulla può resistere a questa forza che muove tutto l'universo. La vita dell'uomo vuole l'amore, per riempirsi del profumo della poesia e della dolcezza. L'amore muove l'opera lirica, entrambe vivono di profonde emozioni, e chi vive d'amore vive in eterno, può perdere tutto senza mai perdere il cuore.

Antonella Gallicchio