La Divina Maria Callas, il Mito che scorre nel fiume dell'eternità
luned́ 17 dicembre 2012

La Divina Maria Callas, il Mito che scorre nel fiume dell'eternità

Maria Callas, nome d'arte di Anna Maria Cecilia Sophia Kalogheròpoulos (New York, 2 dicembre 1923 - Parigi, 16 settembre1977), è stata un soprano greco con nazionalità statunitense e naturalizzata italiana fino al 1966.
La Callas, concepita in Grecia, nacque il 2 dicembre, durante una fitta nevicata. Si dice che la madre, che avrebbe voluto un maschio (che avrebbe battezzato Vasili, come il fratellino morto nel 1923), per quattro giorni rifiutò di vederla ed esitò a lungo prima di trovarle un nome. La bambina venne battezzata a tre anni d'età, nel 1926, presso la chiesa greco-ortodossa di New York. A quest'età, sempre stando ai racconti di sua madre, sembra già ben avviata alla carriera musicale: a tre anni ascolta arie d'opera grazie alla pianola del padre e della madre, a quattro si è già arrampicata sul pianoforte, dove comincia a mettere assieme le prime melodie.
 
Nel 1928, sfuggita al controllo della madre, la piccola Maria tentò di raggiungere la sorella Yakinthy, intravista dall'altra parte, attraversando la strada di corsa: un'automobile la colpì in pieno, trascinandola sotto per molti metri prima di riuscire a fermarsi. Trasportata subito all'ospedale di St. Elizabeth, dopo 22 giorni uscì dal coma. Questo fu un fatto al quale sia la Callas che Evangelia Dimitriadou (sua madre) addussero molta importanza. La Callas dichiarò che durante il lungo stato d'incoscienza strane musiche le ronzavano nelle orecchie. La madre, sostenne che dopo l'orribile incidente Maria sviluppò un carattere completamente diverso da prima e fece risalire il "cattivo carattere", che sarà famoso nel mondo, umbratile, ostinato e ribelle, proprio a questa circostanza. 
 
Dotata di una voce particolare, che coniugava un timbro unico a volume, estensione e agilità notevoli, la Callas contribuì alla riscoperta del repertorio italiano della prima metà dell'Ottocento, in particolare Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti, di cui seppe dare una lettura personale, in chiave tragica e drammatica, oltre che puramente lirico-elegiaca. Maria aveva piegato alla sua volontà il suo organo vocale per poter interpretare ruoli per ogni tipo di vocalità femminile, passando dal repertorio del soprano coloratura al lirico. Con lei torna in auge il soprano drammatico d'agilità dell'Ottocento. In questo mio piccolo omaggio è impossibile descrivere tutte le sue qualità vocali ed artistiche. Tra i suoi cavalli di battaglia vi furono Bellini (Norma, Puritani, Sonnambula), Donizetti (Lucia di Lammermoor), Verdi (Traviata, Trovatore,Aida), Ponchielli (La Gioconda) e Puccini (Tosca, Turandot). Si dedicò inoltre con successo alla riscoperta di titoli usciti di repertorio a causa della mancanza di adeguate interpreti soprani, quali Armida e Il Turco in Italia di Rossini, Il pirata di Bellini, Anna Bolena di Donizetti.
 
Le sue straordinarie doti di soprano e attrice, il successo, artistico e mediatico, il mito costruito attorno a lei, le sono valsi l'appellativo di Divina. Il più talentuoso e rivoluzionario soprano del ventesimo secolo ha avuto una vita travagliata cha passa attraverso cadute e trionfi, dai giovanili successi in patria ai primi contratti con la scala di Milano, dalle scintillanti vetrine internazionali ai templi della lirica mondiale, dai rapporti umani e artistici con Visconti e Pasolini all'amore a senso unico con il magnate greco Aristotele Onassis, un rapporto quest'ultimo che la condusse ad abbandonare le scena e a chiudersi sempre di più in una triste solitudine.
 
Era  venerdì 16 settembre 1977, intorno alle 13.30, quando la Callas cessò di vivere. Nonostante sia stato varie volte ripetuto, la Callas non si è suicidata; le sue condizioni fisiche erano da tempo estremamente compromesse. Il referto medico indicò l'arresto cardiaco come causa del decesso. Resta irrisolto il mistero sui gioielli della Divina, i famosi collier, gli orecchini con brillanti e rubini, a quanto pare scomparsi dopo la sua morte. Forti divisioni creò anche la decisione della cremazione (condivisa dalla Callas da viva; "Fai spargere le mie ceneri nel mare Egeo. Abbraccerò il mio Aristo attraverso il mare...", disse a Bruna, fedele governante). Vivo è il sospetto che le ceneri della Callas siano andate perdute o peggio ancora trafugate durante la loro permanenza al cimitero Père Lachaise di Parigi, e che non fossero effettivamente sue le ceneri sparse in mare dal ministro della Cultura della Grecia, durante una cerimonia nel 1979.
 
Era nata per cantare e per stare sulla scena. La musica e la sua voce entravano dentro il cuore, lei produceva melodia. Aveva dentro di sé, nella sua voce, la vita. La sua grande rivale, la meravigliosa  Renata Tebaldi di lei disse:: "La cosa più straordinaria era che potesse eseguire il canto di coloratura con quella voce enorme! Fantastico, davvero"; la voce, "pioggia sulla terra riarsa, manna celeste, tragedia, romanticismo,dolcezza". Indimenticabile Maria, l'anima e il cuore di una donna che è stata annientata dalla solitudine. La sua anima scorre in quel fiume chiamato eternità, la sua voce corre da cielo a cielo, l'emozione di quel suono e la sua voce giungono alle cellule più segrete della mente e del cuore.
Antonella Gallicchio