Break Up Line: esordio di una giovane e promettente band
marted́ 20 febbraio 2007

Image Break up line (Bul), letteralmente "linea di rottura", questo è il nome del giovane gruppo tursitano che ha da poco inciso il loro demo: Thousand Words, interamente autoprodotto e registrato presso lo studio "Mediterraneo" di Santeramo in Colle. Nati nel gennaio del 2006, ad aprile esordiscono in pubblico in maniera davvero singolare, un po' per gioco, un po' per divertimento, ma indotti esclusivamente dal desiderio di suonare in pubblico. Così un paio di giorni prima del venti maggio, data in cui si tiene la Festa dello Studente a Matera, vengono a sapere che gli Aema, una band in cui militavano alcuni amici e regolarmente iscritta, non avrebbero partecipato. Decidono di presentarsi e aprono il concerto facendo credere a tutti di essere gli Aema (in realtà erano già i Bul) e proponendo tre cover punk: American Idiot, Basket Case e Canapa, molto apprezzate dal giovane pubblico. Da quella volta Enrico Pontevolpe (chitarra), Domenico Viceconte (chitarra e voce), Domenico Lapolla (basso) e Antonio Milione (batteria e percussioni) hanno continuato a suonare insieme uniti dalla voglia di fare musica e "per trascorrere il tempo facendo qualcosa di costruttivo". Così dopo alcuni concerti fatti tra Tursi e Policoro, in cui eseguivano cover, cominciano a scrivere pezzi loro. Dopo cinque mesi di lavoro è da poco uscito il loro primo lavoro che contiene sei pezzi: A guy's dream, Hurry up, No explanation, Alone (not forever), Thousand Words e The goodbye song. Nel complesso un demo accattivante, orecchiabile, in stile (pop)punk-rock, dal sound giovane, brioso, energico (che rispecchia un po' il loro modo di essere) e con un particolare attenzione alla melodia. Le loro canzoni parlano di sogni, di amori e di delusioni adolescenziali, ma anche di situazioni difficili e incomprensioni, affrontate con ottimismo e con la speranza che tutto poi si possa risolvere per il meglio. Abbiamo rivolto ad Enrico e Domenico V. qualche domanda per conoscerli meglio:
Innanzitutto complimenti per l'esordio, davvero particolare....
E:
Grazie, è stato davvero bello. Poi all'indomani, quando ho visto l'articolo sul giornale che riportava una foto nostra con sotto scritto "Aema", ho subito cancellato quel nome e messo il nostro!
Chi scrive i testi? E perché cantante in inglese?
D:
I testi li scrivo io, che sono anche il cantante, e alcuni sono autobiografici. Sono in inglese perché secondo noi si adatta meglio al genere di musica che suoniamo, l'emo-punk-rock, e poi ha influito il fatto che siamo abituati ad ascoltare musica in quella lingua, non ci sembrava ci fossero altre alternative".
Come avete lavorato per le musiche?
E:
La musica è stata composta da tutto il gruppo: i chitarristi hanno studiato le strutture dei pezzi, il batterista la parte ritmica e il bassista la parte groove, c'è stato un bel confronto. A volte non dormivamo per cercare il sound e le melodie migliori, volevamo qualcosa che ci soddisfacesse e ci siamo riusciti.
Siete giovani, come è stato e cosa si prova a registrare un demo?
E:
E' stata una bella esperienza, c'è voluto tempo e sacrificio. Siamo sì un gruppo, ma di amici. Abbiamo lavorato insieme e ci siamo confrontati, è stato bello. Era una cosa che volevamo fare, anche se si è avvertita la mancanza di un produttore, essendo il cd autoprodotto.
D: E' una soddisfazione anche perché volevamo qualcosa di concreto da mostrare al pubblico. Poi da quando è uscito il demo i nostri rapporti si sono rafforzati e consolidati. Vorrei anche ringraziare i nostri genitori che ci sono stati vicino e ci hanno sostenuto in questo progetto.
Cosa rappresenta la musica per voi?
E:
E' un hobby, è un sogno, è una sfida. Suonare è bello, ma suonare davanti a un pubblico che ti segue e ti acclama lo è ancora di più, ed importante per una band emergente avere persone che ti seguono.
D: La musica è la colonna sonora della nostra vita, ricorda momenti belli e meno belli.
Progetti futuri?
E:
Andare in giro a fare concerti per farci conoscere, anche se la nostra musica non ha molto seguito qui, c'è più riscontro al nord, a Milano e Bologna, infatti è lì che i gruppi a cui ci ispiriamo tengono i concerti quando vengono in Italia.
D: Il nostro obiettivo non è vendere il demo, ma farci conoscere e suonare dal vivo. Abbiamo altri pezzi in cantiere ma per questioni economiche e di tempo non è stato possibile inciderli ora, ma in futuro speriamo proprio di si.

Leandro Verde