Qualche riflessione sulla crisi regionale in Basilicata. E un paio di anni fa...
sabato 31 agosto 2013

Qualche riflessione sulla crisi regionale in Basilicata. E un paio di anni fa... (di Francesco Vespe)

La pretestuosa crisi regionale che costringe il popolo lucano a votare il prossimo Novembre si presenta come un'occasione irripetibile x cambiare registro qui in Basilicata. Crisi pretestuosa perché indotta non per la questione morale, in verità molto più grave  di quelli che sono i riscontri giudiziari, se vogliamo veniali, quanto piuttosto per un riassetto degli organigrammi dell'immorale e sporcaccione PD lucano.

 

Occasione irripetibile perché gli equilibri all'interno del  Centro sinistra sembrano ormai scassati. Perché la questione morale come dicevamo è molto più grave di quello che il riciclaggio miserabile di scontrini ci racconta. La Mastrosimone & C . non hanno ancora compreso che il vero dolo inflitto al popolo lucano è quello di non saper compatire ( nel senso di patire con....insieme) il popolo che oggi sta soffrendo. Loro banchettavano con caviale e schampagne, mentre fuori è miseria e stridore di denti.

Così sono arrivati al capolinea, geneticamente incapaci di rappresentare un popolo morso dalla "sperdutezza" a dirla con Di Consoli. Rosellina è finita! Ma con quale faccia tosta ti riproponi ? Almeno i tuoi amici di merende hanno avuto il pudore di rimanere in silenzio! Poi c'è anche un fragoroso  fallimento politico-amministrativo sotto gli occhi di tutti. Nonostante l'efficienza nel calamitare fondi europei e royalties petrolifere, questa classe dirigente ha saputo seminare solo ulteriore povertà.

Non ha saputo proporre e praticare alcun modello di sviluppo . Anzi ha saputo solo dispensare assistenzialismo, assistenzialismo ed ancora assistenzialismo! Questa è la ragione per la quale c'è un grande fermento nella società civile. Un fermento però caotico, disordinato che rischia di diventare sterile se non governato adeguatamente. E' esiziale pertanto che a questo magmatico fermento della società civile lucana si dia ordine, organicità ed efficacia. Occorre prima di tutto creare un centro di gravità politico.

E' fuor di dubbio che esso non possa  che essere rappresentato dal Movimento a 5 Stelle che ha preso alle scorse politiche il 25% dei voti. Anche se in discesa (?) il suo brand nella nostra regione, con Grillo in campo, potrà  valere sempre una percentuale a due cifre. Questo cartello non può essere solo di protesta, ma anche di proposta ad oltranza. Piuttosto che fare la lista della spesa delle cose da fare, occorrerà che il programma proponga un nuovo modello di sviluppo per la nostra regione che rompa le catene dell'asservimento clientelare-assistenzialistico che ha fatto le fortune dei tanti Mastrosimone della nostra regione.. Un modello di sviluppo "sostenibile".

Una sostenibilità multidimensionale che sappia aggredire insieme le emergenze sociali, ambientali, economiche ed etico-sociali della nostra società. Una sostenibilità che, prendendo atto della "sperdutezza", miri a rafforzare soprattutto quelle risorse sociali e relazionali che oggi, come e più di quelle ambientali, si stanno dissennatamente dilapidando. Questo significa dal punto di vista etico, spezzare quelle catene di solidarietà verticale che assoggettano i nostri giovani e sostituirle con reti di solidarietà orizzontale e la sussidiarietà. Questa dovrebbe essere la consegna che il "Comitato di Liberazione Regionale" (da ora in poi CLR!).

Per fare questo però occorre smetterla con veti ed ostracismi personalistici. Chi li pone e li esercita a vantaggio di presunti "veteranismi" o inseguendo strumentalmente impossibili mitologie  di purezza e verginità non fa altro che tradire schemi di pensiero perfettamente speculari a quelli di coloro che stiamo cercando di mandare definitivamente a casa. Chi li pone rischia di rendere vani gli sforzi del CLR !

Per quel che mi riguarda io non ho abbandonato affatto questa buona causa come invece qualche giornalista ha fatto credere dalle colonne del suo giornale. Evidentemente chi ha dato questa notizia  non ha saputo  leggere bene ed in modo approfondito i miei post sul  forum regionale del Movimento 5 Stelle. Non sarà certo chi scrive a rompere il fronte di liberazione della nostra terra! Io tengo duro !! 

Francesco VESPE

 

Un paio di anni fa  mi sono ritrovato all'ambasciata italiana in Egitto dove incontrai alcuni colleghi ricercatori dell'ENEA. Erano lì perché dovevano realizzare in Egitto una centrale solare termodinamica . Una centrale termica solare funziona con lo stesso principio degli specchi "ustori" di Archimede che i siracusani in assedio usarono per  bruciare le navi romane del console Marcello. Se prendiamo una lente d'ingrandimento essa concentra i raggi del sole in un solo punto surriscaldandolo a tal punto da innescare il fuoco.

Ebbene si a distanza di anni posso finalmente confessare che era anche uno dei miei giochi preferiti con il quale incendiavo le macchinine ma... bruciavo anche le tende di casa mia ahimè! Ma non divaghiamo. La centrale solare termica che l'ENEA vuole esportare in Egitto, funziona seguendo lo stesso principio focalizzando i raggi solari su serbatoi riempiti  con una miscela di  sali fusi a grande capacità ed inerzia termica che può  raggiungere una temperatura di 550°. Questa miscela non solo è in grado di accumulare calore ma anche di trasportarlo.

Così il calore accumulato poi può essere iniettato nella catena di produzione dell'energia per giungere ad azionare le turbine elettromagnetiche in grado di produrre corrente elettrica. La grande inerzia termica permette di sfruttare poi questo calore anche di notte (al contrario degli impianti fotovoltaici) Attualmente è stato costruito un impianto di questo genere a Priolo in Sicilia, in collaborazione con l'ENEL. Non dimentichiamo che anche qui in Basilicata ospitiamo alla Trisaia un avamposto dell'ENEA. La risorsa territoriale poi  è ampiamente disponibile per sviluppare questo tipo di impianti, forti di  una  densità abitativa che, insieme a quella della Sardegna, è la più bassa d'Italia.

Potrebbe essere così idea non peregrina proporre di costruire una centrale solare termodinamica anche qui in Basilicata. Questa iniziativa poi avrebbe anche dei risvolti storici molto interessanti perché i primi impianti in Italia sarebbero realizzati in terre che furono parte della Magna Grecia e che potrebbero idealmente mettere in comunicazione i due più grandi geni scientifici di quella grande civiltà come Pitagora ed Archimede!

Ci sono in regione e dintorni competenze imprenditoriali capaci poi di offrire una partnership industriale adeguata ad ENEA per la realizzazione dell'impianto. Potrebbe essere questa una tipica iniziativa  "GLOCAL" che farebbe da argine alla ormai soffocante e straripante pervasività dei grossi potentati imprenditoriali  multi-nazionali che sono arrivati  anche nella nostra regione con i loro modelli di sviluppo che stanno devastando si in modo ormai irreversibile le nostre risorse naturali, ma  soprattutto quelle sociali e relazionali.

F.V.