Qualche
riflessione sulla crisi regionale in Basilicata. E un paio di anni fa... (di Francesco Vespe)
La
pretestuosa crisi regionale che costringe il popolo lucano a votare il prossimo
Novembre si presenta come un'occasione irripetibile x cambiare registro qui in
Basilicata. Crisi pretestuosa perché indotta non per la questione morale, in
verità molto più grave di quelli che sono i riscontri giudiziari, se
vogliamo veniali, quanto piuttosto per un riassetto degli organigrammi
dell'immorale e sporcaccione PD lucano.
Occasione irripetibile perché gli
equilibri all'interno del Centro sinistra sembrano ormai scassati. Perché
la questione morale come dicevamo è molto più grave di quello che il
riciclaggio miserabile di scontrini ci racconta. La Mastrosimone & C . non
hanno ancora compreso che il vero dolo inflitto al popolo lucano è quello di
non saper compatire ( nel senso di patire con....insieme) il popolo che oggi sta
soffrendo. Loro banchettavano con caviale e schampagne, mentre fuori è miseria
e stridore di denti.
Così sono arrivati al capolinea, geneticamente incapaci di
rappresentare un popolo morso dalla "sperdutezza" a dirla con Di Consoli.
Rosellina è finita! Ma con quale faccia tosta ti riproponi ? Almeno i tuoi
amici di merende hanno avuto il pudore di rimanere in silenzio! Poi c'è anche
un fragoroso fallimento politico-amministrativo sotto gli occhi di tutti.
Nonostante l'efficienza nel calamitare fondi europei e royalties petrolifere,
questa classe dirigente ha saputo seminare solo ulteriore povertà.
Non ha
saputo proporre e praticare alcun modello di sviluppo . Anzi ha saputo solo
dispensare assistenzialismo, assistenzialismo ed ancora assistenzialismo!
Questa è la ragione per la quale c'è un grande fermento nella società civile.
Un fermento però caotico, disordinato che rischia di diventare sterile se non governato
adeguatamente. E' esiziale pertanto che a questo magmatico fermento della
società civile lucana si dia ordine, organicità ed efficacia. Occorre prima di
tutto creare un centro di gravità politico.
E' fuor di dubbio che esso non
possa che essere rappresentato dal Movimento a 5 Stelle che ha preso alle
scorse politiche il 25% dei voti. Anche se in discesa (?) il suo brand nella
nostra regione, con Grillo in campo, potrà valere sempre una percentuale
a due cifre. Questo cartello non può essere solo di protesta, ma anche di
proposta ad oltranza. Piuttosto che fare la lista della spesa delle cose da
fare, occorrerà che il programma proponga un nuovo modello di sviluppo per la
nostra regione che rompa le catene dell'asservimento clientelare-assistenzialistico
che ha fatto le fortune dei tanti Mastrosimone della nostra regione.. Un
modello di sviluppo "sostenibile".
Una sostenibilità multidimensionale che
sappia aggredire insieme le emergenze sociali, ambientali, economiche ed
etico-sociali della nostra società. Una sostenibilità che, prendendo atto della
"sperdutezza", miri a rafforzare soprattutto quelle risorse sociali e
relazionali che oggi, come e più di quelle ambientali, si stanno
dissennatamente dilapidando. Questo significa dal punto di vista etico,
spezzare quelle catene di solidarietà verticale che assoggettano i nostri
giovani e sostituirle con reti di solidarietà orizzontale e la sussidiarietà.
Questa dovrebbe essere la consegna che il "Comitato di Liberazione Regionale"
(da ora in poi CLR!).
Per fare questo però occorre smetterla con veti ed
ostracismi personalistici. Chi li pone e li esercita a vantaggio di presunti
"veteranismi" o inseguendo strumentalmente impossibili mitologie di
purezza e verginità non fa altro che tradire schemi di pensiero perfettamente
speculari a quelli di coloro che stiamo cercando di mandare definitivamente a
casa. Chi li pone rischia di rendere vani gli sforzi del CLR !
Per
quel che mi riguarda io non ho abbandonato affatto questa buona causa come
invece qualche giornalista ha fatto credere dalle colonne del suo giornale.
Evidentemente chi ha dato questa notizia non ha saputo leggere bene
ed in modo approfondito i miei post sul forum regionale del Movimento 5
Stelle. Non sarà certo chi scrive a rompere il fronte di liberazione della
nostra terra! Io tengo duro !!
Francesco
VESPE
Un paio di anni fa mi sono ritrovato all'ambasciata
italiana in Egitto dove incontrai alcuni colleghi ricercatori dell'ENEA. Erano
lì perché dovevano realizzare in Egitto una centrale solare termodinamica . Una
centrale termica solare funziona con lo stesso principio degli specchi "ustori"
di Archimede che i siracusani in assedio usarono per bruciare le navi
romane del console Marcello. Se prendiamo una lente d'ingrandimento essa
concentra i raggi del sole in un solo punto surriscaldandolo a tal punto da innescare
il fuoco.
Ebbene si a distanza di anni posso finalmente confessare che era
anche uno dei miei giochi preferiti con il quale incendiavo le macchinine ma...
bruciavo anche le tende di casa mia ahimè! Ma non divaghiamo. La centrale
solare termica che l'ENEA vuole esportare in Egitto, funziona seguendo lo
stesso principio focalizzando i raggi solari su serbatoi riempiti con una
miscela di sali fusi a grande capacità ed inerzia termica che può
raggiungere una temperatura di 550°. Questa miscela non solo è in grado di
accumulare calore ma anche di trasportarlo.
Così il calore accumulato poi può
essere iniettato nella catena di produzione dell'energia per giungere ad
azionare le turbine elettromagnetiche in grado di produrre corrente elettrica.
La grande inerzia termica permette di sfruttare poi questo calore anche di
notte (al contrario degli impianti fotovoltaici) Attualmente è stato costruito
un impianto di questo genere a Priolo in Sicilia, in collaborazione con l'ENEL.
Non dimentichiamo che anche qui in Basilicata ospitiamo alla Trisaia un
avamposto dell'ENEA. La risorsa territoriale poi è ampiamente disponibile
per sviluppare questo tipo di impianti, forti di una densità
abitativa che, insieme a quella della Sardegna, è la più bassa d'Italia.
Potrebbe
essere così idea non peregrina proporre di costruire una centrale solare
termodinamica anche qui in Basilicata. Questa iniziativa poi avrebbe anche dei
risvolti storici molto interessanti perché i primi impianti in Italia sarebbero
realizzati in terre che furono parte della Magna Grecia e che potrebbero
idealmente mettere in comunicazione i due più grandi geni scientifici di quella
grande civiltà come Pitagora ed Archimede!
Ci sono in regione e dintorni
competenze imprenditoriali capaci poi di offrire una partnership industriale
adeguata ad ENEA per la realizzazione dell'impianto. Potrebbe essere questa una
tipica iniziativa "GLOCAL" che farebbe da argine alla ormai soffocante e
straripante pervasività dei grossi potentati imprenditoriali multi-nazionali
che sono arrivati anche nella nostra regione con i loro modelli di
sviluppo che stanno devastando si in modo ormai irreversibile le nostre risorse
naturali, ma soprattutto quelle sociali e relazionali.
F.V.
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