Il bel documentario di LOSTAGLIO: La strada meno battuta - A cavallo sulla via Herculia
domenica 15 settembre 2013

Il bel documentario di Lostaglio: LA STRADA MENO BATTUTA -  A CAVALLO SULLA VIA HERCULIA

2 settembre 2013. Al mitico Hotel Excelsior  del Lido di Venezia, nella sala tropicana Luce, si è tenuta la presentazione del film di Armando Lostaglio « La Strada Meno Battuta: a cavallo sulla via Herculia ».

Gli onori di casa li ha fatti Franco Rina, Direttore di CinemadaMare, che ha introdotto l'incontro, con la pregevole sigla dello spazio dell'Istituto Luce alla Mostra di Venezia. La relazione introduttiva è stata tenuta dal Prof. Amerigo Restucci, Rettore della Università IUAV di Venezia, il quale ha così esordito  « sento tutti i rumori creativi che provengono da questa regione (la Basilicata, ndr).Chi mi sta accanto (Armando Lostaglio, ndr) ha curato questo documentario su una antica strada romana. I lucani che nascono dalle popolazioni dei boschi, sono un po' ombrosi. Ne dovettero fare le spese i greci del sesto secolo quando vi arrivarono forti di una grande civiltà. Quando arrivarono i romani si resero conto che i lucani sono sempre riottosi e tagliano la Basilicata con due strade, l'Appia ed una strada trasversale.  Che è densa di messaggi e che ci spiega che questi messaggi antichi possono essere rivisitati. Riprendendo la storia come storia attiva. Le suggestioni che ci da Lostaglio le potremo vedere nel filmato. Io vivo qui ma le mie origini sono là ».

E' stata poi la volta dell'autore del film, Armando Lostaglio, critico cinematografico di vaglia, poeta, animatore di uno dei circoli di cinema più prestigiosi di Italia e della Basilicata, intitolato al Maestro Vittorio De Sica, filmaker, il quale ha così argomentato : « ringrazio tutti gli intervenuti. Abbiamo messo su un cineclub, attività nelle scuole e nelle carceri. I colleghi della stampa che ci seguono sempre come nella Film Commission Lucania. Saluto la presenza di Gianni Gaspari del tg2, che ci aiuta. E di Antonio Zeccola che ha tradotto in maniera mastodontica in Australia la distribuzione dei cinema italiano. Gli amici Catello ed Ettore che con le sue battute rapide mi illumina di cinema.

Questo film è una cavalcata di 350 km. La strada è del 300, e solo per 100 anni è stata battuta col suo nome. Spero piaccia anche a voi". Dopo la visione del bel film (si veda la separata recensione su questa stessa testata giornalistica), è intervenuto Paride Leporace, Direttore della Lucania Film Commission : « Armando è qui da anni non per caso. Nella vita la cultura ed il cinema contano moltissimo. Ed ha dato tanto alla nostra terra. Dobbiamo unire moto queste magnifiche ossessioni. Ero stato invitato dalla produzione ma non sono riuscito ad essere sul set. Un set complicato. Questo film è molto utile. Non solo per divulgazione didattica. Ma anche di promozione del nostro territorio. Potrebbe essere una via particolare per il turismo lucano. Ed adesso è anche legata al cinema.

Potremo utilizzare questa opera di Armando per arricchire chi non conosce la Basilicata. C'è il team dei cavalli e dei cavalieri nel cinema e nella nostra regione. Da noi se ne continuano a vedere molti. C'erano paesini da noi con 1200 asini e 700 cavalli. Quando Borges descrive delle pagine sui gauchos richiama i popoli con i cavalli, come i mongoli che conquistarono Roma, ma non erano in grado di conquistare le grandi civiltà. Stasera daremo grazie ad Armando una finestra al cinema e brinderemo ad aglianico ai 70 anni della Mostra, stasera si aprirà la programmazione lucana della piazzetta Sant'Antonio. Domani presentiamo la proposta di Matera capitale 2019, con una testimonianza di Mariolina Venezia. Ed il giorno 4 settembre giocheremo la nostra carta più importante. Con la nostra piccola Film Commission che mette due milioni di euro a disposizione del cinema Lucano e del cinema Italiano. 

Davide Rossi, Direttore del Centro Studi Anna Seghers di Milano, ha così dato il suo contributo : « partecipo sempre volentieri a queste occasioni. Sono stato anche a celebrare l'opera prima di Armando. A Locarno i due film più belli in concorso erano documentari. Dobbiamo riconoscere ad Armando, il più vecchio lucano del festival di Venezia il merito di portare in Lucania il cinema del mondo e anche il legame meraviglioso con la sua terra ed è convinto che sia necessario portare le immagini della sua terra nel mondo. Questi sono due meriti grandi che gli dobbiamo riconoscere. La relazione con l'ambiente ed il territorio si chiama fuori da logiche produttiviste ed economiciste.

Il recupero del territorio si vede nel più grande intellettuale europeo che era Federico II : la consapevolezza che l'universo era regolato dai numeri primi deriva dai castelli meridionali. E questo emerge con un prepotenza non arrogante, ma vitale. Questa è un'opera cinematograficamente più grande rispetto alla prima. Il secondo grande impegno di Armando di far conoscere la Basilicata nel mondo è sincero, libero, volontario. Il Cinecircolo De Sica è strepitoso. A Barile siamo riusciti a presentare il film del più grande regista albanese, in lingua albanese senza sottotitoli. Il cinema albanese degli anni '60 e '70 era l'unico cinema straniero che si poteva vedere nella Repubblica Popolare Cinese ed è il cinema sul quale si sono formati i grandi registi cinesi. Nei titoli di coda di Zoran si cita Tito, che quando incontra Nenni avevano entrambi i capelli bianchi e dissero che i rivoluzionari non invecchiano mai ! ».

Lostaglio : « l'idea è nata con questi splendidi "matti" a cavallo, da una produzione televisiva Family Life di Atella, alla quale molti lavori sono commissionati anche dalla Provincia di Venezia. Ha dei bravi tecnici, per le riprese. Come il montatore, Davide Arcieri, che ha montato il film. La produzione è indipendente ed auto-finanziata, con un minimo di contributo della Provincia e di Coca Cola. E ci hanno incoraggiato ad andare avanti. 30 ore di girato, sintetizzato in appena mezz'ora. Ma ne nasceranno delle puntate televisive. Un gioco con la volontà di sviluppare il nostro grande territorio e portarlo nel mondo. Restucci : « Ho conosciuto Armando negli ultimi anni. Avrei voluto conoscerlo prima. I rumori che introduce sono molteplici. E' un personaggio che sa animare la sua comunità. E cerca di esportare questa capacità e creatività.

Avevo promesso di andarlo a trovare a Rionero. E una regione che permette di capire cosa è la propria identità. Il prete non ha sottaciuto la emozione di benedire i cavalli-. In Basilicata si andava a comprare i cavalli che si portavano a Venezia via nave, tramite la Cavallerizza che sta in Puglia. I lucani sono sempre molto fantasiosi. Ma attirano la nostalgia. La Basilicata viene scoperta nel dopogierra nel « Cristo si è fermato ad Eboli ». Scoprendo l'arretratezza. Ma Cristo non è nato a Torino come Carlo Levi, ma in Palestina. La strada viene stimolata dalle poesie di Orazio che non sapeva se vedersi come lucano oppure di altra regione. Forse è partecipe della creazione di questa strada che taglia la regione in due. Il percorso di Santiago da Compostela, fatto a piedi, senza cavallo, si potrebbe creare come percorso di visita anche in questa regione.

Nel 1789 un gruppo di illuministi francesi fa un viaggio in Basilicata e porta con lui una serie di pittori ed incisori. Sono colpiti dalla umanità delle persone. E un documentario visivo ante-litteram. Molte delle suggestioni visive scoprivano le tracce di Federico II. Che fa scrivere da Pier Delle Vigne la prima costituzione dell'epoca moderna. Tracce di una storia antica. Quando racconto queste storie, trovo sempre qualcuno in sala che si alza e mi dice : anche io sono lucano. Mi è capitato anche negli USA. A New York. Era un immigrato di antica data. L'approdo veneziano è un approdo nobile. Senza soggezione, ma con protagonismo. Occorre attrarre e spiegare che venendo in Basilicata si è accolti da gente accogliente e da buon cibo. Con messaggi antichi. La prima forma di democrazia è la Atene di Pericle del 400 avanti Cristo. E la Basilicata è stata approdo di greci. Armando è il messaggero alato, il mercurio lucano che ci porta queste emozioni. 

Antonio Zeccola : « Sarà interessante per tutti i lucani della Australia, sarà un onore per me trasmettere questo documentario ». Catello Masullo : «Grazie di questa interruzione nel turbinio della Mostra, con questo elogio della lentezza. E' anche bello che nei commenti del film, in cui si riconosce l'Armando poeta, si dica che il viaggio si debba sempre ricominciare. E Armando lo ricomincia sempre, ogni anno, mettendo il « saio » e venendo in « pellegrinaggio » a Venezia. Mi sembra che con questo western archeologico Armando sia proprio riuscito ad annodare una stella all'aratro, come dice il bel detto africano sublimemente posto ad esergo del film ». Rossi : Credo che la Basilicata ha ricchezza di prodotti, di storia e di cultura. Vi state impegnando sulla figura di Gesualdo Da Venosa ed è importante. Dovete far capire che in Basilicata si possono fare film di ogni tipo.

Da quanto tempo non si fa un film italiano sui Federico II ? Si potrebbe fare un concorso per ragazzi innamorati di cinema per scrivere un soggetto su Federico II. Ad esempio anche film girati con il cellulare da un minuto. Ci sono grandi intelligenze e grandi energie per dare il desiderio di portare ancora avanti queste cose ». Massimo Rosin, critico : « questa regione è tra le meno conosciute di Italia e poco abitata con meno di 600.000 persone. A Milano siamo in 2 milioni. Non posso far altro che ringraziare Armando per le bellissime immagini che ci ha presentato. »

Vito Leone di Bella film festival : « quando parliamo di Basilicata, parliamo di una regione poco conosciuta.I grandi registi, da Pasolini a Rosi, hanno girato in Basilicata senza Film Commission. Questa regione si sta spopolando. Quando abitavo a Bologna e dicevo che ero lucano, mi confondevano sempre con i pugliesi, i calabresi ed i campani ». Le conclusioni dell'interessante incontro culturale non potevano che essere tratte dal Prof. Restucci : « c'è ancora il mistero del palazzo ottagonale di Federico II. Il numero 8 torna. Anche ne « Il nome della rosa ». Il figliolo infelice di Federico II viene trasferito lontano dai luoghi del potere, vive un esilio dorato a Bologna ed ha la nostalgia della Lucania. Diventiamo anche noi messaggeri di una regione e facciamola conoscere. Usando questo documentario come cavallo di Troia ! ».

La via Herculea (detta anche Herculia o Erculea) è un'antica strada romana che collegava il Sannio alla Lucania. Realizzata alla fine del III secolo per volere di Diocleziano, deve il suo nome a Massimiano Erculio, cesare ed augusto durante la Tetrarchia, il quale ne curò il completamento. L'arteria si staccava dalla via Traiana nel Sannio meridionale all'altezza della città di Aequum Tuticum, per procedere in direzione sud, verso il cuore della Lucania. Qui toccava i centri di Venusia, dove incrociava la via Appia, Potentia e Grumentum. Ad oggi l'andamento dell'intero tracciato non è stato ancora del tutto svelato.

In particolare gli studiosi sono particolarmente incerti sulla direzione presa dalla strada dopo Grumentum. L'ipotesi più condivisa, già a partire da indagini dell'Ottocento, vedrebbe la via Herculia proseguire verso sud, passando per la stazione di Semuncla, fino alla città di Nerulum, nelle cui vicinanze sarebbe confluita nella Via Popilia, Capua-Rhegium. Altri studiosi, invece, credono che, arrivata a Grumentum, l'arteria volgesse ad est in direzione di Heraclea sulle sponde del Mar Ionio. Indipendentemente da ciò, viene considerata la strada di maggiore importanza che percorreva la Lucania in epoca romana visto il diretto collegamento con le vie consolari Appia e Traiana.

 Scheda di valutazione del film a cura di Catello Masullo (settembre 20133).

Titolo: La Strada Meno Battuta - A Cavallo Sulla Via Herculia.

Regia e sceneggiatura: Armando Lostaglio.

Interpreti principali: I Cavalieri.

Produzione: Family Life Tv.

Origine: Italia.

Distribuzione:

Durata: 27'.

Soggetto: Documentario

70-esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2013.

Alcuni cavalieri dei nostri tempi ripercorrono la antica via Herculia, costruita dagli antichi romani e che divideva in due la Lucania, con tracciato da nord a sud, collegandola con il Sannio...  Anche se non nella selezione ufficiale, nell'ambito della Mostra del Cinema di Venezia, allo spazio Luce dell'Hotel Excelsior, è stata presentata l'opera seconda di Lostaglio. Filmaker, critico cinematografico di vaglia, poeta, operatore cultuale, animatore di uno dei circoli di cinema più prestigiosi di Italia e della Basilicata, intitolato al Maestro Vittorio De Sica. Nato da una idea di Gerardo Graziano, Salvatore Summa e dello stesso Lostaglio, il film è stato scritto per lo schermo e diretto da quest'ultimo. Ci racconta l'avventura di alcuni temerari che hanno voluto percorrere a cavallo un tragitto di oltre 350 km, sulle vestigia della antica via Herculia.

Un cammino ricco di memorie, di storia, di cultura, di tradizioni. Che svela allo spettatore, anche grazie al contributo di alto valore scientifico dello studioso Stefano Del Luongo, scorci inesplorati di questo territorio ubertoso di natura, di risorse e di genti laboriose ed accoglienti. E che fa venire la voglia immediata di andarli a scoprire. Il film scorre via fluido, grazie anche al sapiente montaggio di Davide Arcieri, del Videolab di Potenza. Con un commento appropriato, denso di citazioni colte e di slanci pregevoli, dove emerge l'Lostaglio poeta. Con momenti toccanti, come la benedizione della spedizione da parte di un sacerdote, che bacia ad uno ad uno i protagonisti coraggiosi, ma, significativamente, solo dopo aver baciato i rispettivi cavalli. Un western archeologico. Un documento di eccezionale valore. Che potrà aiutare ad esportare nel mondo  la conoscenza di questa bella, e poco conosciuta terra.  

FRASI DAL CINEMA : "Siate persone capaci di annodare una stella ad un aratro!". (detto africano, posto ad esergo iniziale del film.

"la strada è stata usata solo 100 anni, poi successivamente solo percorsa!". (l'archeologo Stefano Del Luongo).

"Non è necessario volare fino al sole, è sufficiente strisciare sulla terra!". (Citazione da Franz Kafka, da una lettera al padre)

"Dobbiamo imparare dagli animali, che sanno scegliere i percorsi migliori!". (l'archeologo Stefano Del Luongo).

"Bisogna ricominciare il viaggio, sempre!". (Commento fuori campo).

VALUTAZIONE SINTETICA (in decimi)  7

Leggenda: CAPOLAVORO, quattro stelle: equivalente in decimi:  10; DA NON PERDERE, tre stelle: 8; DISCRETO, due stelle: 6; A EVITARE, una stella: equivalente a insufficiente, meno di 6.