Tracce dei Templari nella cattedrale dell'antica Montepeloso
mercoledì 26 marzo 2014

Tracce dei Templari nella cattedrale dell'antica Montepeloso. Resti architettonici  e lapidei nella cripta

Tracce significative dei Templari a Irsina. Resti architettonici e lapidei inequivocabili sono nell'antica cripta (sec.XII) della grande cattedrale dell'Assunta (stile romanico-gotico), oggetto di importanti interventi, con vari ornamenti e abbellimenti barocchi, ma non "ricostruita a fundamentis alla fine del XVIII secolo su di un'altra preesistente".

La tradizionale croce patente scolpita dentro una circonferenza e una statua che rappresenterebbe san Bernardo di Chiaravalle, oltre al "fiore della vita - margherita dei templari" nel pavimento, sarebbero elementi già bastevoli per irrobustire curiosità, interesse e approfondimenti necessari a far luce su taluni aspetti della più che millenaria storia di Montepeloso, nome mutato in Irsina dal 1895.

A tutto questo si deve aggiungere proprio la parte strutturale della Vecchia Chiesa, come ha suggerito l'architetto Francesco Silvio Di Gregorio, dopo uno studio relativo sia alla parte absidale (che rimanda alla pianta del Santo Sepolcro di Gerusalemme) sia alla cripta con la croce Templare (ottenuta nella volta, dall'incrocio di due crociere) perfettamente allineata con la sovrastante croce dell'Ordine di San Giovanni (poi di Malta).

Chiara simbologia della supremazia dell'Ordine sopravvissuto rispetto a quello Templare, caduto in disgrazia. La croce dei Giovanniti, grande più di otto metri, è inclusa nella cupola a forma ottagonale, poligono per eccellenza che più si avvicina alla perfezione del cerchio e, com'era chiaro all'imperatore Federico II, che ingloba ogni forma di croce (si pensi al mistero di Castel del Monte vicino Andria, nella cui diocesi è stata inclusa pure Montepiloso).

La questione Templare (1119-1314) ad Irsina è abbastanza clamorosa, poiché anche gli studiosi locali (Don Peppino Arpaia, Michele Calia, Michelino Dilillo, don Nicolino Di Pasquale, Angelo Zienna, oltre all'arcidiacono Pasquale Verrone) hanno ignorato l'epopea delle crociate e la storia degli ordini monastico-cavallereschi.

Le loro conclusioni derivano dal fondamentale "Memorie storiche, critiche e diplomatiche della Città di Montepeloso" (Matera, 1901) dallo storico Michele Janora (1867-1910), che però non problematizzò  le implicazioni di talune notizie che pure aveva annotato.

In costoro, Monte Piloso/Peloso appare interessata solo alle alterne fortune del vescovado e quindi alla lotta tra clero e benedettini, mentre le stesse vicende della Cattedrale o Santa Maria Vecchia (assegnata alla Chaise-Dieu in Francia sin dal 1133, per volere di Ruggero II) sono collocate prima e dopo tale periodo.

Non a caso, gli approfondimenti storici riguardano la statua e l'effigie del Mantegna, monopolizzando ricerche e produzione intellettuale in una mono-direzionalità che oggi appare (de)limitativa.

Salvatore Verde

La Gazzetta del Mezzogiorno, mercoledì 26 marzo 2014