Riuniti a Tursi gli ex Udc: fonderanno un movimento politico autonomo?
Tursi - Continuano anche in
provincia di Matera gli assestamenti politici in vista delle prossime elezioni
provinciali ed europee, ma anche diversi comuni saranno chiamati al voto. Maggiore
dinamismo, in questa fase, si registra tra i centristi (della periferia). L'ala
dissenziente dell'Udc materana vorrebbe fondare un movimento politico autonomo,
sia pure collocandosi ancora al centro degli schieramenti. Questo è emerso nell'ultima
riunione degli ex appartenenti al
partito di Pier Ferdinando Casini, tenutosi
nei giorni scorsi nella Rabatana di Tursi, presso la sala riunioni del
Palazzo dei Poeti.
A parte alcune assenze preannunciate e giustificate, si sono
ritrovati come fanno in modo itinerante ma con regolarità da oltre un anno, i
rappresentanti di una decina di comuni (Matera, Ferrandina, Montescaglioso, San Mauro
Forte, Pomarico, Policoro, Stigliano, Craco, Accettura e Tursi), altri esponenti
di altrettante località sarebbero nella lista dei contattati con loro risposte
affermative.
Tema della serata la
verifica e la tenuta del gruppo, il suo allargamento e la decisione ormai
imminente di costituirsi in movimento neocentrista e autonomo. "A tal fine sono stati avviati interlocutori contatti
e diversi incontri romani (da noi partecipati su sollecitazione di alcuni
parlamentari), ma anche in Basilicata qualcosa di nuovo sta accadendo. Non si
tratta di prendere una bandiera, ma di difendere i diritti di Matera e
provincia, perché sia a destra (per
mancanza di una classe dirigente alternativa e credibile) sia a sinistra (per
la nota questione morale) la situazione è davvero molto difficile", ha spiegato
nel dettaglio Italo Blotti, già
segretario provinciale.
Al tavolo della
presidenza anche l'ex vice sindaco tursitano Vincenzo Popia, "non solo
per gli onori di casa, ma anche per spingere nella direzione di conservare o
ritrovare stimoli e voglia di far politica, non contro qualcuno o per spirito
di rivincita". Peppino Dell'Aglio,
consigliere nazionale del partito, ha chiarito "la necessità di raccogliere
l'eredità storica centrista, cristiana e moderata , ma nessuno vuole più fare
il servo sciocco di nessuno. Tuttavia è ineludibile un collegamento nazionale
per sopravvivere anche dopo le prossime elezioni, in tal senso è riduttivo il
solo movimento localistico, occorre fare alleanze. Ma autoestromettersi dalla politica sarebbe un errore ancora più
grave". Da Domenico Laurenzana un "appello a rompere gli indugi, perché
siamo stufi di questa ridicola situazione: noi siamo stati giocati e scacciati
dal partito e Roma non ha mosso un dito, questa la tremenda verità".
Teorico e
guida politica del coeso gruppo è l'attuale consigliere provinciale Saverio D'Amelio, che ha sferrato un
affondo "contro il sistema di potere personalistico in regione, con la sua
maglia fitta di interessi , e contro i suoi stessi ex amici, come Cesa (che non
era neppure portaborse di Prandini
quando io ero sottosegretario), come l'ingrato ed arrogante Vincenzo Ruggiero (che ha sputato in
faccia chi lo ha votato e sostenuto) e lo stesso Agatino Mancusi (latitante sulle risposte che si era impegnato a
dare relativamente alle questioni del partito lucano, dopo la nostra precedente
riunione di Montescaglioso). Il prevalere di egoismi e personalismi in entrambi
gli schieramenti caratterizza la logica dei protagonisti , ormai adusi a non
rispondere a nessuno, tantomeno al proprio partito".
Il già senatore ferrandinese non si è sottratto neppure rispetto alla
cogente attualità: "Essendo io garantista non dell'ultima ora, non ritengo che
si debba utilizzare a fini politici la magistratura, che va difesa come la
stessa (ricerca della) verità. Tuttavia,
pur essendo solidale con tutti gli indagati fino a sentenza passata in
giudicato, al contempo dico forte e chiaro che si deve avere il coraggio di
spiegare alcune cose alle genti lucane.
Esemplarmente, sulla questione petrolio: si dica il reale quantitativo del greggio
estratto, il perché delle briciole a forfait
delle royalties e si prenda atto dello scadimento complessivo del confronto
politico e culturale. Perciò è di netta condanna il giudizio politico su come
si è amministrata la regione negli ultimi quindici anni, con l'attuale Giunta
non all'altezza del ruolo che gli è stato assegnato. Insomma, c'è la reale
necessità che il popolo di Basilicata si erga a difesa di se stesso".
Tra il pubblico
spiccava anche la presenza dell'ex assessore di Tursi Salvatore Cosma, Bruna Pellegrino e Anna
Martinelli, presidente del consiglio comunale di Montescaglioso, e Matteo Sansone, commissario regionale
dei giovani Udc ("non ancora surrogato, forse distrazione", ci dice). Prossimo
incontro a Stigliano dopo le festività natalizie. Tra i doni della Befana ci
sarà il nuovo movimento? A microfoni spenti, qualcuno si pone interrogativi sul
paradosso anche filosofico del "centro", che dovrebbe essere unico per definizione
e che invece è formato da tanti "centrini", a destra come a sinistra.
Salvatore Verde
Articolo LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
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