VALLONE
E VIVIANO RICORRONO AL CONSIGLIO DI STATO CONTRO L'ORDINANZA DELLO STESSO CDS
Tursi
- Ennesima puntata dell'intrigo tursitano delle dimissioni dei nove consiglieri
per far sospendere e poi sciogliere il Consiglio comunale di Tursi. Appena di
pochi giorni addietro la schiarita con l'ordinanza della V Sezione del
Consiglio di Stato favorevole al dimissionario, surrogato e dunque reintegrato Annibale Santagata, difeso dagli
avvocati Aldo Loiodice e Ignazio Lagrotta, docenti universitari
di Bari. Neppure il tempo di leggere le numerose carte che è scattato un altro
"ricorso in opposizione di terzo e per la revocazione" di tale ordinanza, reso
allo stesso Consiglio di Stato in sede
giurisdizionale da parte dell'avv. Angelo
Roberto Martorano di Potenza, in rappresentanza degli attuali assessori
comunali Natale Vallone (del Pdci) e
diAngelo Viviano, prima in quota ex
Udeur, poi Indipendente.
Nelle conclusioni i ricorrenti chiedono "in via
rescindente di dichiarare la nullità, o annullare, o pronunciare le
revocazione, o la revoca o la caducazione della ordinanza che ha riformato l'ordinanza
del Tar per la Basilicata;
in via rescissoria, di dichiarare inammissibile e improcedibile e comunque
respingere l'appello cautelare di Santagata, confermando l'ordinanza del Tar".
Inoltre, "si chiede che il presente atto sia rimesso alla cognizione
dell'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato e che, in ogni caso, venga
assegnato ad un collegio diverso da quello che ha pronunciato l'ordinanza
cautelare" (dunque non alla citata V sezione, ndr.). Dalla lettura delle 28
pagine, si conferma che tutto ruoti intorno alla questione (irrisolta ?) delle
dimissioni dei nove consiglieri protocollate il 6 marzo (e replicate il 14
con atto autenticato e privo di vizi formali), prima che gli otto consiglieri rimasti in carica
procedessero alle nove surroghe in due tempi (il 15 marzo quella di Santagata e
le altre in aprile).
Nel testo si riprendono gli argomenti dell'avv. Donatello
Genovese, legale degli amministratori ricorrenti. A questi aveva dato ragione
il Tar per la Basilicata,
con la sospensiva del provvedimento del prefetto di Matera (che aveva già
proceduto alla nomina del commissario prefettizio), in attesa della sentenza di
merito del prossimo 20 novembre. Due i quesiti basilari collegati: chi ha
consegnato davvero le dimissioni al protocollo dell'ente e chi le ha conservate
nella notte del 5 marzo (se il Santagata oppure la segretaria comunale, che non
le ha autenticate comunque, essendo nella propria abitazione di Nova Siri). La
lettura delle 28 pagine non scioglie affatto il dubbio, anzi alimenta le
opposte versioni. Scuole di pensiero che si scontrano anche a livello
giurisprudenziale sulla volontà dei singoli dimissionari, attesa la (presunta) inefficacia
dell'atto collettivo finalizzato allo scioglimento dell'organo consiliare.
Salvatore Verde
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