DARE ASCOLTO ALLE PERSONE NORMALI E NON AI VETERANI DELLA POLITICA, di Mario Cuccarese
Carissimi "Onorevoli", dopo mesi di riflessioni, di dibattiti seguiti su
internet, di letture di giornali e quant'altro a mente serena e senza
utilizzare frasi offensive, mi sono deciso a scrivere a voi tutti. Non so se
leggerete mai questa mia lettera, ma vi posso garantire che mi è costata molta
fatica scrivere queste riflessioni, in quanto ho sempre creduto nell'azione
politica e nella politica stessa ma gli eventi mi hanno portato a fare delle
considerazioni negative, molto negative del sistema politico italiano e nello specifico
di quello tursitano. Vedete, cari "Onorevoli", ormai credo che il vostro passatempo preferito
è parlare, parlare, parlare e possibilmente, cioè sempre, parlare bene delle
cose che voi stessi fate e male delle cose che fanno gli altri.
Come un assassino, trovato accanto alla sua vittima con ancora in pugno
il coltello insanguinato usato per uccidere, che negasse insistentemente il
delitto malgrado ogni frame (unità di misura della frequenza delle immagini
fisse che compongono un video) della scena urli a testimonianza contro di lui,
così voi "Onorevoli", siete solo capaci di negare l'ovvio; di negare sempre e
comunque il male estremo delle vostre scellerate decisioni. Quando un'intera
classe politica sempre divisa su ogni argomento, su ogni questione, su ogni
mozione sulle cose realmente importanti e necessarie che bisogna realizzare nel
nostro paese, come dei provvedimenti che vanno in direzione dell'agricoltura (visto
che è l'attività principale del nostro paese), provvedimenti per dare stabilità
e futuro ai giovani, provvedimenti per dare respiro alle famiglie che ogni
giorno che passa va' in difficoltà, vi trovate invece quasi totalmente
d'accordo sugli aumenti dei vostri compensi (cosa che ha trovato largo consenso
nelle amministrazioni sia di centro-sinistra che di centro destra).
Una politica da anni incapace di provvedere ai bisogni concreti dei
cittadini, ma solo preoccupata a innalzare benefici e privilegi alla casta che
ne fa parte, distanziandola così sempre più dalla realtà e dai problemi che
ogni tursitano vive sulla propria pelle. L'unica vera forza della politica tursitana
è ormai rimasta la parola. Sterile, vuota, senza più conseguenza concreta. L'unica
cosa in cui ancora vi cimentate quasi senza errore e con capacità dialettali da
far invidia ad un accademico della Crusca. Un bla bla bla insopportabile che i
tursitani (quelli onesti, i precari, i disoccupati, i lavoratori a nero e
quelli che fanno i conti con gli aumenti che voi "onorevoli" imponete)
sono costretti a sentirsi propinare ogni qualvolta arriva una consultazione
elettorale, sia essa amministrativa o politica, 24 ore su 24 anche quando hanno
la fortuna, sempre più rara, di lavorare qualche giorno in qualche campo o in
qualche cantiere.
Ad accuse e problematiche ben precise voi "Onorevoli" rispondete con
parole spocchiose, vuote ed inutili, stranamente fate quadrato tra di voi
neanche foste una testuggine (schieramento di grande complessità che richiedeva
notevole coordinamento collettivo per evitare gli attacchi dei nemici, ma a voi
riesce molto bene), quando piuttosto che fare ammenda e impegnarsi a rendere
concreti quei provvedimenti necessari a rendere meno drammatica la vita di
tutti i giorni di chi ha bocche da sfamare e debiti da saldare (ma non debiti
per cose che non ci si può permettere, ma debiti per la sopravvivenza).
Mi piacerebbe assistere ad una manifestazione di massa del popolo
tursitano, per manifestare contro l'intera classe politica locale, per farvi
capire lo stato di insoddisfazione che il popolo tursitano ha raggiunto, allora si che voi "Onorevoli" vi rendereste
conto, in modo tangibile, che qualcosa si è spezzato, rotto inesorabilmente per
colpa della vostra inettitudine politica. Che il flebile legame tra politica e
popolo si è definitivamente rotto. Che Tursi è stanco delle sole parole, è
stanco di sentirsi dire che bisogna sempre e solo fare sacrifici sulla propria
pelle e soprattutto è stanco di sentirselo dire da persone che si mantengono
grazie alle tasse che sempre più a fatica paghiamo. Tursi vuole i fatti, vuole
le azioni concrete, vuole politiche che servono veramente a migliorare la
situazione di tutti e non quelle che permettono, agli amici di godere di alcuni
privilegi. Tutto questo e tantissime altre malefatte avete fatto voi
"Onorevoli" e tutti i burattini e i burattinai che popolano e che fanno parte
di questo teatrino. Non possiamo scegliervi, perché le liste, si fanno in nome
di un legame autoreferenziale con i padroni incontrastati della politica e
locale e regionale; non possiamo mandarvi a casa perché siete più attaccati
alla poltrona di una zecca alla sua vittima, non pagate mai per i vostri
errori.
Cosa ci rimane da fare se non almeno sfogarci con una parola, con un
urlo, magari volgare, sicuramente popolare, che nasce dalle viscere passando
dal cuore di tutti i tursitani che non ce la fanno più a vivere in un Paese
ridotto a barzelletta da questa classe politica autoreferenziale che da anni
non pensa più ai bisogni del popolo ma solo ed esclusivamente ai propri
interessi? Non so se esiste qualche candidato in grado di ascoltare le voci
della gente più bisognosa, però una cosa è certa che la gente ha veramente le scatole
piene di questo modo di fare politica e soprattutto di questi personaggi che
ormai continuano solo a parlottare e farci vedere i loro bei faccioni su
manifesti elettorali, ma che nulla sono capaci di fare per rimettere a posto
questo povero paese.
Ecco perché bisogna dare ascolto alle persone normali e non ai veterani
della politica, persone che vogliono fare politica onestamente al di
fuori dei perversi meccanismi che la politica e i partiti impongono, in modo da
riportarla al significato che più gli si addice cioè di fare per quanto
possibile il bene e gli interessi di tutti. Solo cosi si potrà tornare ad avere
fiducia della politica e delle istituzioni e non basta vedervi blaterare solo
in campagna elettorale per farci capire che ci tenete al nostro BEL PAESE.
Mario
Cuccarese
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