Il
rionerese Pasquale PLASTINO, sceneggiatore di Carlo VERDONE in "Io, loro e
Lara" di Armando LOSTAGLIO
Da pochissimo uscito nelle sale, è
arrivato anche in Basilicata l'ultimo film diretto ed interpretato da Carlo
Verdone "Io, loro e Lara". Un film corale che il comico romano ha scritto
ancora una volta con Francesca Marciano e con Pasquale Plastino, regista ed
autore di origine rionerese, che da diversi lustri è stretto collaboratore di
Verdone e non solo. E' autore delle sceneggiature degli ultimi 10 film di Carlo
Verdone, con altre importanti collaborazioni da Bernardo Bertolucci a Laura
Betti, e di recente di registi, come Carlo Sigan per il film (del 2008) "La
cura del gorilla" interpretato da Claudio Bisio. Plastino ha frequentato il corso di regia della scuola del Piccolo
Teatro di Milano. Ha quindi lavorato, in teatro come assistente alla regia con
Antoine Vitez e Ariane Mnouchkine.
Nel film di Verdone proiettato in
questi giorni, con un buon consenso di pubblico, Plastino propone sullo sfondo una tematica di spessore
sociale, contemporanea: l'immigrazione e l'integrazione, ma in primo piano è anche
l'attualità dei cinquantenni e il confronto con le nuove generazioni. Mentre da
filo conduttore funge il sacerdote missionario, Carlo, preda di una crisi spirituale. Che su consiglio dei
superiori si prende una "pausa laica" per dedicarsi alla sua famiglia. Ma da
noi troverà una deriva di valori, che Verdone saprà ornare con grottesca
armonia.
La
regia dirige un buon cast che sa fronteggiare le situazioni più diverse: dal
padre ringiovanito (Sergio Fiorentini) per via di una badante divenuta sposa, al
fratello (Marco Giallini) che si fa di coca, alla sorella Anna Bonaiuto
isterica e credibile, alla straordinaria Anna Finocchiaro. E su tutto irrompe
Lara (Laura Chiatti), nuova icona di bellezza giovanile.
A
trent'anni esatti dal suo primo film "Bianco rosso e verdone", una prova di
maturità per Verdone, non del tutto espressa, nonostante le buone intenzioni di
uscire da uno stereotipo aggomitolato sulle precedenti interpretazioni, pur
esilaranti ed efficaci, e dai riusciti trasformismi.
Con Io, loro e Lara la
sceneggiatura individua una storia apparentemente semplice, coniugando l'impegno
per l'Africa e l'immigrazione di prima e seconda generazione. Ma è sulle riuscite
vesti talari che l'attore si cuce addosso (sempre efficaci come già in
televisione) il film, raggiungendo il suo apice nella scena del pranzo risolutore, preludio alla nascita
di una nuova e moderna famiglia allargata. Nei duetti tra la Chiatti e Verdone s'incentra
il nucleo del film, un gioco in bilico tra seduzione, sospetto e complicità. Il
film di Carlo Verdone tenta di innovare il suo repertorio più classico,
riuscendoci solo in parte. Rimane elegante l'inquadratura del suo personaggio,
misurato nello sguardo di prete verso il giovane splendente nudo femminile della Chiatti: si racchiude
forse lì (pregevolmente) il senso del film.
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