All'inizio del 1943, nelle
vicinanze dell'abitato tursitano ed in altri punti del territorio, compresa la
zona di Anglona, le milizie germaniche scavarono dei profondi fossati anticarro
per prepararsi ad ostacolare l'avanzata delle truppe alleate. Nell'agosto
successivo, un'autocolonna corazzata tedesca, formata da circa un migliaio di
uomini, con trecento mezzi, si stabilì proprio nella nostra zona e depredò la
popolazione di ogni genere alimentare. Un colonnello con una decina di
ufficiali e il personale medico occuparono i locali della sede vescovile per
impiantarvi un ospedaletto, mentre l'allora Vescovo, mons. Lorenzo Giacomo
INGLESE, dimorava nella sede estiva di Chiaromonte (Pz). Di notte gli aerei
americani sorvolavano la zona illuminandola con razzi segnaletici per
individuare le postazioni militari tedesche. Nei giorni precedenti l'8
settembre di quell'anno, presso il comando delle forze aeree americane
stanziato a Reggio Calabria si decise di bombardare tali postazioni nemiche,
comprese quelle localizzate sul territorio di Tursi. A capo di una squadriglia
aerea c'era un giovane ufficiale: Nando RUSSO, nato a New York nel 1915.
Costui era figlio di Domenico
RUSSO (più conosciuto come Domenik) e di Elisabetta Carmina
CANTISANO, uniti in matrimonio nel 1907, nella chiesa S. Maria Maggiore
della Rabatana, e poi emigrati da Tursi negli Usa. Nel salutare il figlio che
partiva per la guerra, la madre gli mise al collo una medaglia raffigurante
l'immagine della Beata Maria Vergine d'Anglona. La stessa che baciava e
stringeva tra le mani il pilota italo-americano, mentre interiormente imprecava
contro il destino, pregando per la imminente missione. Pensava ai suoi genitori
che gli avevano raccontato del paese di origine e la devozione che nutrivano
gli abitanti dell'intero circondario per la Madonna
d'Anglona, mentre trascorrevano le ore ed il momento di alzarsi in volo si
avvicinava. Il giovane con il grado di maggiore era quasi tentato di rinunciare
al raid, che aveva come obiettivo assegnatogli pure il paese dei suoi cari, ma,
com'è noto, gli ordini sono ordini e vanno eseguiti, soprattutto in tempo di
guerra. Proprio quando tutto era pronto per il decollo, fu diramata la notizia
dell'avvenuto armistizio e conseguente annullamento della missione, che tanta
intima sofferenza gli aveva causato, mentre le truppe del Reich battevano in
ritirata, attraversando il paese.
Quell'anno la statua della
Madonna era ancora a Tursi, non potendo essere portata al santuario, poiché
tutta la zona era occupata dai tedeschi. La festa dell'8 settembre fu, perciò,
celebrata nella Cattedrale, con la partecipazione dell'arciprete don Antonio
CONTE e del fratello sacerdote don Salvatore CONTE, dei canonici don
Ciccio BASILE, don Giovanni LATRECCHINA e don Enrico FAVALE,
con grande partecipazione di popolo, ignari del pericolo scampato.
Nel 1945, ospite di don Peppino LABRIOLA, Nando Russo venne a
visitare il paese dei suoi genitori nella festività della Madonna dell'Icona,
il 2 luglio. Circondato con affetto dai componenti della locale banda musicale,
raccontò quasi piangendo quanto aveva vissuto in silenzio: "Come avrei potuto
fare ritorno a casa, consapevole di essere stato l'autore del bombardamento di
parenti e compaesani? In quei momenti ho trovato conforto certo nella
medaglietta della Madonna, che ho sempre ringraziato con gioia e devozione, da
quando seppi dell'armistizio". Quattro anni dopo, ospite della cugina Rosa
RUSSO, moglie di Antonio RONDINELLI, anche il padre Domenico RUSSO,
noto suonatore di mandolino e compositore di apprezzate mazurche, ha raccontato
quell'evento straordinario, che vide protagonista angosciato il figlio, intanto
promosso di grado, dopo lo sbarco in Normandia.
Mario BRUNO
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