Paul Éluard, poeta
francese, surrealista. La sua anima è avvolta dalla luce del crepuscolo e
popolata di sogni e palpiti di cuore
Paul Éluard,
pseudonimo di Eugène Émile Paul Grindel, nasce a Saint-Denis,il 14 dicembre
1895, da un modesto contabile di idee socialiste e da Jeanne-Marie Cousin,
una sarta per signora.
Circondato dalle tenerezza di una famiglia umile ma
dolcissima, trascorre un'infanzia normale nella città natia e vi frequenta le
scuole primarie. Nel 1912 fu costretto ad interrompere gli studi e a ricoverarsi
in un sanatorio, dove conobbe una bellissima fanciulla russa, Elena Dmitrievna
Diaconova, che diventerà la sua prima moglie nel 1917 e dalla quale un anno
dopo nascerà la figlia Cecile. La guerra mondiale lo strappa dalla vita civile
e, malgrado le proprie convinzioni pacifiste, chiede di passare in fanteria e
di condividere le sofferenze dei combattenti di prima linea, compiendo con
umiltà il suo dovere di soldato.
La dolorosa esperienza della trincea, l'amore
per le semplici e pure gioie della vita, gli ispirano una raccolta di versi Le devoir et inquietude, firmate come
Paul Éluard (dal cognome della nonna materna), che sarà d'ora in poi il suo
pseudonimo d'arte. Nel 1919 partecipa alla vita del movimento dadaista e
stringe rapporti di amicizia con i rappresentanti della contestazione artistica
francese, tra i quali Paulhan, Aragon, Breton, Soupault e Tzara. In seguito, fu
tra i protagonisti del dadaismo e surrealismo e nel 1926 si iscrisse al partito
comunista francese.
Le grandi raccolte surrealiste di Éluard, Mourir de ne pas ourir, L'amour la poesie e La rose publique, non nascono soltanto
da questa disposizione spirituale, ma anche dal dramma intimo del poeta che lo
alimenta, da un angoscioso senso di solitudine, dal segreto sradicamento e
rifiuto di tutto ciò che lo circonda. Da questo rigetto nasce la sua improvvisa
scomparsa da Parigi il 24 marzo 1924: si imbarca a Marsiglia all'insaputa di
parenti ed amici, per un viaggio che lo porta a circumnavigare il globo,
vagheggiando di riuscire a trovare la purezza di un mondo vergine e naturale. Inutile
fuga quella del poeta, che è pervaso da una crisi esistenziale profonda. La sua
anima è avvolta dalla luce del crepuscolo e popolata di sogni e palpiti di
cuore.
La sua poesia ha come primo movente la certezza di una felicità possibile e del
superamento dei limiti umani nella purezza del rapimento amoroso. Il linguaggio
eluardiano è un 'parlato' di candore e delirio. La sua poesia è strumento di
conoscenza comune a tutti gli uomini tramite un messaggio che diventa
universale, d'amore e fraternità. Dopo la liberazione e alla fine del
conflitto, Éluard si impegna con il comunismo e compie numerosi viaggi nei
paesi dell'Europa orientale, in Grecia appoggia la lotta per la liberazione e
in Italia prende parte attivamente, nel 1946, alla campagna per l'avvento della
Repubblica.
Il 28 novembre, Éluard, che si trova in Svizzera, riceve la notizia
della morte improvvisa di Nusch e ne rimane profondamente scosso (nel dicembre
del 1929 si era separato dalla moglie e aveva incontrato Maria Benz figlia di
saltimbanchi, detta "Nusch"). Solamente alla fine dell'anno comincia
a riprendersi e si butta più che mai nell'impegno politico e nella poesia. Nel 1949, in occasione della
sua permanenza in Messico, dove partecipa al "Convegno internazionale per
la pace", incontra Dominique Lemor che sposa nel 1951. Ma ai primi di
settembre del 1952, Éluard ha un improvviso attacco di angina pectoris e il 18
novembre dello stesso anno, in seguito ad un nuovo attacco, muore. Viene
sepolto nel cimitero parigino di Père Lachaise.
La poesia di Éluard si apre al
lettore viva e familiare, viene scritta per celebrare l'integrazione del genere
umano; la via da intraprendere non è nel sogno di una vita involontaria, ma
piuttosto nella fatica che dà forma alla storia. Con la poesia i pensieri
diventano vivi e sul foglio danzano le emozioni dell'animo dei poeti: è il
segreto della poesia che ci fa camminare sui sentieri pieni di luce.
Antonella Gallicchio
QUEI TUOI
CAPELLI (Paul Éluard)
Quei tuoi capelli d'arance nel vuoto del mondo,
Nel vuoto dei vetri grevi di silenzio e
D'ombra dove con nude mani cerco i tuoi
riflessi,
Chimerica è la forma del tuo cuore
E al mio desiderio perduto il tuo amore
somiglia.
O sospiri di ambra, sogni, sguardi.
Ma non sempre sei stata con me, tu. La memoria
Mia oscurata è ancora d'averti vista giungere
E sparire. Ha parole il tempo, come l'amore.
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