QUALE ESTETICA SERVE AL
CORTOMETRAGGIO? di GIOVANNI MITOLA
"Estetica":
sembra una parola uscita da un vecchio libro, fa venire in mente il negozio di
un parrucchiere, "Bellezza" materia prima dell'eccellenza, "Bellezza assoluta",
"Bellezza relativa", "Stile", "Buon gusto", "Kictch", "Trash", "Good design" e
così via... Che confusione! "Chi se ne frega, è bello ciò che piace!";
affermazione molto spesso urlata nella modernità, apparentemente democratica,
ma anche fortemente qualunquista. Allora come districarsi nelle dissertazioni
filosofiche, nella babele dei segni e dei linguaggi, nella nostra complessità
del vivere, dove coesistono diversi atteggiamenti di pensiero, spesso
contrapposti, che propongono diversi modelli culturali e di vita.
In
tutto ciò un dato certo è la creatività umana, che nello scorrere della storia
non ha mai dato segni di cedimento, si nutre e si rinnova in continuazione di
una linfa sottile, invisibile, che è frutto della cultura e dell'intelligenza
umana. Inizialmente e fortemente legata al campo artistico, oggi la creatività si è estesa a molti settori, producendo
attività culturali o oggetti concreti in
tutti i settori della nostra vita, sostenendo lo sviluppo economico e legandosi
anche al business. Le tecnologie
informatiche contemporanee hanno fortemente modificato e aumentato le
potenzialità creative nel settore delle arti: visive, design, scultura, architettura,
fotografia, cinema, moda ecc. , queste a loro volta risultano fortemente dilatate e globalizzate. La
creatività dovrebbe essere il comune denominatore per tutti gli operatori
legati al settore delle arti, per poter
meglio operare e lavorare nel mondo contemporaneo.
La
creatività per me non è che una rielaborazione culturale dei saperi, che
vengono stimolati o catalizzati, ovvero, spinti verso una nuova dimensione, non
ancora esperita, proposta ad una ulteriore riflessione dell'osservatore. Questa impostazione si ricollega al pensiero
di A. Aalto, quando afferma: "Ciò che è passato non ritorna più, ma
nemmeno sparisce del tutto. Ciò che è
stato riappare sempre in forme nuove". Il pensiero creativo è
determinato dalla possibilità di produrre oggetti nuovi, tecnologie innovative,
movimenti culturali nuovi, in definitiva sollecitazioni di carattere
universalizzante, ovvero nuovi stimoli per il raggiungimento di successive tappe
nel percorso storico del pensiero umano.
Perché
ho scritto questa breve introduzione? Per rispondere ad alcuni amici che scherzosamente mi hanno chiesto "Tu, architetto, cosa centri con il cinema?".
Far parte della giuria tecnica della 7ª edizione di CinemadaMare" è stata
un'esperienza significativa, l'espressione
di un pensiero laterale alle mie competenze di architetto e designer: tecniche,
ma anche fortemente legate al campo delle
arti.
Inizialmente
mi sono chiesto quali criteri dovevo usare per analizzare e giudicare i
cortometraggi finalisti; sicuramente la lettura e l'analisi dell'immagine "in
movimento", attraverso l'estetica, era la traccia più immediata da seguire. Mi
rendevo conto, però, che poteva risultare troppo soggettiva e riduttiva.
Sentivo che era necessario considerare un
altro valore aggiunto, più concreto: "la
creatività". Durante la visione, un
distacco lieve mi ha consentito di valutare con maggiore attenzione la qualità delle immagini, la fotografia, la
scenografia, la grafica secondo il metro
di giudizio della "creatività" .
Il
clima sereno e l'immediata convivialità creatasi tra i componenti della giuria mi
ha consentito, durante la visione dei cortometraggi, di esprimere, focalizzare e condividere in maniera
piuttosto unitaria le diverse modalità di analisi e di giudizio dei componenti,
tra cui c'era un regista, un critico
cinematografico ed uno psicologo. Le mie valutazioni sono state condivise dai
colleghi giurati, sommate alle valutazioni di carattere psicologico, sociale, economiche
ed a quelle prettamente
cinematografiche: regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio e colonna sonora.
La
valutazione complessiva dei giurati sembra abbia premiato, alla fine, anche la
forte valenza etica, multiculturale ed ambientale, emersa in tutti i cortometraggi
selezionati per la finale, indice della internazionalizzazione culturale di cui
è pervasa l'avanguardia artistica contemporanea.
Giovanni Mitola, architetto
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