Televisione
mistica e televisione blasfema e Un monolite a Castelgrande di A. LOSTAGLIO
Televisione mistica e televisione blasfema
Può
accadere che, nell'arco di poche ore, la televisione porti al cuore storie ed
emozioni in senso mistico e, di contro, qualcosa di blasfemo. La domenica
mattina, verso le 8 e 50, Canale 5 offre da un quindicennio un programma di
riflessione religiosa e storie legate ad esperienze di fede: 45 minuti mai
interrotti da pubblicità, caso unico nella televisione commerciale. Si intitola
"Sentieri dello spirito", con profonde e chiare esposizioni di mons. Gianfranco
Ravasi, splendido per enunciazione e contenuti. Non disdegna di citare autori
contemporanei non necessariamente legati alla Chiesa. A seguire, Maria Cecilia
Sangiorgi espone personalità ed esperienze da ogni parte del mondo.
Recentemente
ha commemorato i trent'anni dall'assassinio di mons. Oscar Romero,
ucciso mentre celebrava la santa messa. Il giorno prima di essere
assassinato,
domenica 23 marzo del 1980, nell'ultima omelia diffusa per radio, Romero
aveva
detto: "Durante la settimana, mentre vado raccogliendo le grida del
popolo, il
dolore per così grandi delitti, la ignominia di tanta violenza, chiedo
al
Signore che mi dia la parola opportuna per consolare, denunziare,
chiamare a
pentimento (...). Desidero fare un appello speciale agli uomini
dell'esercito e
in concreto alla base della guardia nazionale, della polizia, delle
caserme.
(...) In nome di Dio, in nome di questo popolo sofferente, i cui lamenti
salgono
al cielo ogni giorno più tumultuosi, vi supplico, vi chiedo, vi ordino,
in nome
di Dio: cessi la repressione!". Il martirio di monsignor Romero nasce
dal suo
essersi ribellato all'ordine costituito sia clericale, le gerarchie
vaticane,
sia secolare, incarnato dal potere dittatoriale allevato e nutrito a
pane ed
anticomunismo dalla School of the Americas di Fort Benning, USA.
"La
civiltà dell'amore non è un sentimentalismo, è la giustizia, la vita...
Una
civiltà dell'amore che non esige la giustizia degli uomini non sarebbe
una vera
civiltà ma una caricatura dell'amore, in cui si vuole dare sotto forma
di
elemosina ciò che si deve già per giustizia." Lo esprimeva con forza
monsignor
Romero, sostenendo che il messaggio di Cristo è rivolto ai poveri,
ed è ai poveri che bisogna prestare la massima cura: la povertà è
un peccato sociale; non vi sono solo peccatori ma
anche persecutori che opprimono le vittime del peccato
che
chiedono giustizia.
Per queste concezioni, ritenute dai massimi esponenti vaticani vicino
alle
teorie marxiste, i fautori ed i sostenitori della
Teologia della Liberazione sono stati, nel corso degli anni, tenuti
lontano. Il programma di Canale 5, pur non approfondendo gli aspetti
della
Teologia, ha onorato la memoria del martire salvadoregno, del cui
esempio sono
sorte scuole giovanili non solo in America latina. Dalla televisione
della riflessione,
a quella della bestemmia: Rai 2 pomeridiana, "celebrava" gli eroi
dell'isola
dei famosi (corpi flaccidi e volgari) che per quasi un'ora rimesta nel
vuoto e
nel torbido di esperienze affamate di fama. In sottofondo alle loro
vacue
esternazioni (e qui la bestemmia) la sublime musica di Ennio Morricone
dal film
"Mission", capolavoro di una ventina di anni fa che parla (guarda caso)
proprio
di eccidi di gesuiti missionari in Sudamerica. Una operazione blasfema
da parte
della televisione, ma crediamo che gli autori di tali scempi non se ne
rendano
nemmeno conto, l'importante è ammaliare gli spettatori-consumatori.
Armando
Lostaglio
(CineClub "V. De Sica" - Cinit)
Castelgrande:
un monolite che prova la sua antica storia di Armando Lostaglio
E'
una primavera strana quella che si respira in questo periodo. Un odore
di
estate che stenta ad arrivare, mentre le ginestre ingialliscono i
percorsi di
collina. Un itinerario che da Monticchio conduce a Castelgrande. E' un
verde
intenso quello che aggredisce i promontori quando a Castelgrande si
arriva da
Pescopagano. E' splendida la
Lucania in questo lembo di territorio meno noto e più
solitario, di fortissimo impatto naturalistico. Nel Bosco di Bella,
appena più
in là, i raggi di sole a stento filtrano per toccare terra, mentre
incombe il
paesaggio a perdifiato della bellissima Muro Lucano, coi suoi strapiombi
e il
sole che bacia ogni casa.
Castelgrande
è
sulla strada di montagna che conduce in Irpinia. Vige suprema una
teoria di
silenzio, una mistica antica, specie se si ha la fortuna di conoscere un
raro
esempio di uomo taciturno e tanto vivo nel profondo: una umanità che
sembra
appartenere ad un tempo senza tempo e ad un luogo che pure ci
appartiene.
Incontriamo nella sua casa-museo don Francesco Masi, novantenne
sacerdote e
uomo di cultura, autore della storia di Castelgrande: il suo spazio è
disegnato
da pochi movimenti, gli stessi che si osservano quando officia la Messa.
Il suo saluto
emana candore, come una nuvola in un cielo terso. Dalla sua immensa
cultura
viene fuori sempre qualcosa di raro su Castelgrande. Ci fa scoprire,
questa
volta, una stele, un monolito che si erge altissimo in contrada
Canalicchio, di
cui, ci dice, sarebbe bene indagare con rigore scientifico: lo si fa
risalire
al megalitico. E' forse un segno di arcaica religiosità, oppure
rappresenta un
confine, di certo si radica a terra con molta profondità". Una presenza
storica davvero insolita in questo luogo di montagna, nelle vicinanze
della
chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, una rarissima costruzione
architettonica.
Don Francesco ha più volte invitato l'Amministrazione
comunale che a sua volta solleciti
la Sovrintendenza
archeologica perché indaghi (o almeno metta in agenda) per un
approfondimento
del monolite di Castelgrande. Un antichissimo monumento della storia
locale,
una guglia certamente unica. Situata, poi, in un luogo alquanto ricco di
reperti archeologici: siamo nei pressi della romana Numistrone (nei
pressi di Muro
Lucano) e dalla non lontana Ruvo del Monte, dove affiora un prezioso
patrimonio
storico ed archeologico, fatto di corredi funerari, di vasi e di monete.
Patrimonio di raro valore, probabilmente poco noto agli stessi lucani,
istituzioni
comprese. Un itinerario di storia, da consigliare in questo periodo.
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