Lo scorso mese di febbraio sono ritornato a Tursi
per pochi giorni e un pomeriggio ho
fatto un giro a piedi per il paese, salendo dalla Cattedrale al rione San Michele,
fino alla Rabatana. Da molto tempo non vedevo il centro storico del mio paese,
anche se altre volte in macchina e con amici mi sono recato nell'antico borgo.
Avevo già notato le novità del ristorante dei Popia e qualche altra casa ben
sistemata. Pensavo che la struttura turistica potesse servire anche da stimolo
per gli altri proprietari di case, affinché procedessero a più o meno urgenti
ristrutturazioni delle loro proprietà. Ma così non e' stato, se non in
minima parte.
A mano a mano che andavo su per il paese, con
grande sorpresa mi sono accorto che la gente non c'era più. Da San Filippo in
su è quasi tutto abbandonato. Il campanile della chiesa di S. Michele è diroccato e sotto, di fronte alla
famiglia Calcagno, c'è una casa con una vista incantevole ma con delle crepe
paurose. Il problema non e' solo la Rabatana, quasi tutto il paese antico
rischia di andare in rovina. Mi domando: perché tutto questo? Di chi le
responsabilità? Io penso che siamo tutti corresponsabili, noi cittadini e istituzioni
a tutti i livelli. Senza andare molto lontano, il paese di Valsinni
compare nella guida specifica con la bandiera arancione su internet (merito del
Parco Letterario di Isabella Morra, presumo) e da ciò deriverà pure qualche
vantaggio per l'economia del posto. Qualcosa di analogo converrebbe fare anche
per Tursi.
Ad onor del vero, anche se abito e lavoro in
provincia di Frosinone, ho notato che in questi ultimi anni chi ha amministrato
ha promosso un buon lavoro di marketing, facendo conoscere Tursi
fuori dei propri confini, dandogli una inedita visibilità (ad esempio, Aldo FORBICE, il noto giornalista Rai
di "Zapping", conosce Tursi e il Sindaco). Alcuni anni fa, ho incontrato
proprio in Rabatana, propiziato dal gemellaggio, il sindaco di Valmontone Angelo MIELE, che è il più e attivo e
conosciuto del Lazio, avendo cambiato in dieci anni il volto della sua
città. Convinto che Tursi con la Rabatana abbia delle enormi
potenzialità di sviluppo ed essendo entusiasta del mare all'orizzonte, con lo
spettacolo di quelle spiagge (dove millenni addietro approdarono i
colonizzatori greci, tra questi Pitagora),
lui mi disse: "Qui avete l'oro e non lo sfruttate". Si può
essere d'accordo oppure no, ma dobbiamo sapere che oggi esiste un turismo
sostenibile, responsabile e di qualità, che ha come meta i piccoli comuni,
ricchi di un patrimonio storico-culturale di grande valore, con viaggiatori
attratti dalla scoperta di percorsi inconsueti, alla ricerca di tradizioni,
gastronomia e artigianato, paesaggi agrari, costumi, ospitalità autentica e
saperi, odori e sapori dimenticati. Ci sono molti luoghi e paesi che vivono di
turismo di questo tipo, che fanno e producono ricchezza ed economia anche nel Sud
dell'Italia. Perciò c'e' bisogno dell'impegno di tutti. Ognuno deve fare la sua
parte. I proprietari di case abbandonate nel centro storico devono fare tutto
il possibile per ristrutturarle e affittarle al turista (è facile tramite internet),
attingendo anche ai fondi che la regione Basilicata mette a disposizione per incentivare
tali progetti (ma se vogliamo solo spillare soldi pubblici non andiamo da
nessuna parte). Chi governerà Tursi, chiunque sia, dovrà sùbito fare delle
scelte anche impopolari, tipo obbligare con un'ordinanza tutti i proprietari (anche
non residenti) di case pericolanti, a metterle in sicurezza e quindi a
sistemare tetti e facciate. E' questo un sogno realizzabile: pensare alle
strade della Rabatana, della Pitrizza, di S. Michele ,di S. Filippo piene
di turisti, di gente che gironzola tra bar, negozi, bancarelle, ristoranti, anche
in groppa (perchè no) a muli e asini come fanno in Spagna e Grecia; assistere
come una volta alla festa della trebbiatura in giugno o al presepe vivente a
Natale con degustazioni di prodotti tipici e altro.
Pensiamoci cari amici e compaesani, non perdiamo
questo treno, è il momento di impegnarci per assicurare un futuro ai nostri
figli, per non farli andar via. Il prossimo Sindaco (e già Caputo ha dimostrato
una forte sensibilità in questo senso), se veramente vuole lasciare un segno
all'interno della comunità, dovrà fare le scelte coraggiose accennate, in
maniera da sfruttare al meglio questo momento favorevole. Tursi comincia ad
essere conosciuta in Italia e non solo (non a caso circolano documentari
su Tursi, trasmessi dalla televisione francese e tedesca). Non in ultimo,
spero che la prossima Amministrazione continui a sostenere la pubblicazione del
bimestrale "Tursitani", importante per chi vive fuori come me, ma
penso anche per la comunità locale, come valido strumento di informazione e di crescita,
per la vita sociale, culturale e civile.
Giovanni LASALANDRA
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