Urbanistica del Metapontino: sistema
di sviluppo integrato e partecipato dell'architetto Di Gregorio
L'urbanistica,
la conservazione e la valorizzazione del patrimonio architettonico e culturale sono basilari all'interno di ogni
comunità. Ritengo sia doveroso lasciare alle generazioni future un patrimonio
degno di essere trasmesso nei secoli.
Con
questo incipit vorrei ricordare ad alcuni miei colleghi, vicini al "potere"
politico, che è necessario essere sensibili verso la tutela e la valorizzazione
del paesaggio e lavorare in sintonia per il bene comune.
Ho
scritto più volte di urbanistica partecipata, della necessità di fare sistema
tra i bellissimi borghi del Metapontino, della necessità di affrontare il
problema del riassetto urbanistico dei territori e borghi storici con nuovi
strumenti e diverse professionalità. Per alcuni, come me, la rigenerazione dei
vantaggi competitivi, ereditati dal passato e replicati con intelligenza
mediante l'introduzione di un nuovo sistema di sviluppo integrato e partecipato
all'interno di un contenitore (territorio) che conserva comunque la sua
memoria, è un'opportunità di successo, mentre, per altri no.
L'urbanistica non
è solo norma di conformazione del territorio, ma è anche disegno non solo della
città, ma del territorio cioè del paesaggio, anche del paesaggio
agricolo, della non città. Non è quindi uno sfizio solo degli architetti
sensibili, ma è immaginazione di un futuro di un organismo urbano e
territoriale, che coinvolge più professionalità. E' ampiamente riconosciuto che
se il processo di conservazione e valorizzazione del patrimonio edilizio
storico è sostenuto da strategie di "sistema integrato e partecipato", rivolto
non solo ad un singolo non integrato intervento, ma a tutte le altre risorse
che caratterizzano e rappresentano i segni distintivi che la storia ha sedimentato
in uno specifico territorio (come il Metapontino - terra della Magna Grecia), esso
può svolgere un'importante funzione di preservazione dei beni e di promozione e
sostegno dello sviluppo economico delle comunità locali appartenenti.
Il
coinvolgimento delle comunità locali del metapontino (Tursi, Montalbano,
Valsinni, Colobraro, Rotondella, Nova Siri, Policoro, Scanzano, Bernalda,
Pisticci), attuato attraverso la messa in rete dei principali portatori di
interesse sul territorio, innalza la sensibilizzazione verso il patrimonio
culturale, solo così i colleghi, che
sono oggi contro solo per opportunismo, e i cittadini possono
riconoscere la loro vera identità in quel patrimonio, ed essere orgogliosi di
cooperare per la sua conservazione e valorizzazione.
Mettere
a sistema integrato un territorio, come l'area metapontina, significa
migliorare e delocalizzare i flussi di visitatori su aree più ampie, riducendo
la pressione sui siti normalmente più visitati, valorizzando le realtà
cosiddette minori, conferendo alle stesse una maggiore sostenibilità
economica.
L'offerta
integrata a sistema (pubblico-privato) delle risorse di un territorio come il
metapontino può, inoltre, generare impatti economici diretti, con
l'esternalizzazione di attività e servizi legati alla sua gestione, come pure
impatti indiretti. Questi ultimi derivano non solo dalle più note ricadute
sull'industria turistica, ma anche dal fatto che il sistema che si sviluppa
intorno al patrimonio e accresce l'aspetto di competitività di un territorio,
rendendolo capace di attrarre più di altri risorse umane e finanziarie,
incrementando i flussi turistici, come pure l'insediamento di attività
produttive non necessariamente appartenenti al settore culturale.
Solo
così possiamo offrire ai nostri territori
la possibilità di contenere, se non addirittura invertire, il fenomeno
dello spopolamento che è la causa dell'attuale smarrimento della propria
identità culturale. Oggi, interi patrimoni locali si deteriorano e perdono
valore, le attività economiche vengono abbandonate, le tradizioni millenarie
finiscono per sempre, mentre aumenta il singolo opportunismo-campanilistico e
il degrado fisico del patrimonio culturale, architettonico
e ambientale. Voglio concludere
che nel VI sec. a.c. in seguito alla fondazione delle colonie greche sullo
Ionio (Metapontum, Siris, Heraclea), i centri enotri, tra cui Pandosia, stabilirono relazioni commerciali con il
mondo greco-ionico con il conseguente
sviluppo socio-economico che migliorò le
condizioni sociali, economiche ed abitative, consentendo anche ai centri
enotri, posti sulle alture tra Basento, Sinni
e Agri, un notevole salto di qualità con conseguente affermazione di
veri e propri nuclei familiari "aristocratici". Un sistema di
sviluppo integrato già sperimentato 2700 anni fa.
Francesco
Silvio Di Gregorio, architetto.
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