- Per due giorni ininterrotti, una quarantina di turisti romani, hanno girato tra Matera, Ferrandina, Craco (accompagnati dal vice sindaco crachese Antonio SPERA e da Lucia GROSSI, assessore comunale alla Cultura), Tursi e Policoro (dove hanno pranzato, in compagnia del cantautore Antonio LABATE e del fine dicitore Michele ASCOLI, prima del ritorno nella capitale), alla ricerca di suggestioni derivanti dal grande (e piccolo) schermo, inseguendo il sogno pre-filmico ad occhi aperti, nei set naturali cari a tanti registi che hanno realizzato in tutto o in parte i loro film nella nostra regione, come ha illustrato loro Salvatore Verde, guida d’eccezione, che al tema specifico sta dedicando un’ampia ricerca. L’iniziativa appare del tutto inedita per la provincia materana e, probabilmente, destinata a fare tendenza nel prossimo futuro, sia pure con modalità peculiari e circoscritte nella fase iniziale. È la prima volta che un gruppo di professionisti, diversi già in pensione, con un livello culturale medio-elevato (funzionari, docenti anche universitari, molte le donne) programma un’apposita visita in Basilicata poiché specificamente sensibilizzati dalle immagini cinematografiche e dal richiamo suggestivo di alcuni film che appartengono ormai alla memoria e al patrimonio della cinematografia non soltanto italiana. Il titolo emblematico, “Conoscere la Basilicata: i luoghi del Cinema (13-14-15 ottobre 2006)” proposto ai suoi soci dal Centro studi “Lucani nel Mondo” di Roma, presieduto dal sociologo Antonio PILIERI e animato dal poeta Antonio VALICENTI, rispettivamente originari d Salandra e Rotondella, si pone come avanguardia di una attenta valutazione condivisibile di marketing territoriale legato alla settima arte, ovvero un valore aggiunto dagli interessanti risvolti economici, innescati da un crescente turismo stimolato e finalizzato alla conoscenza reale dei luoghi cinematografici (sulla scia di quanto avviene in Irlanda con i film del grandissimo John Ford e, con maggiore ampiezza, nella Monument Valley degli Stati Uniti, tanto per citare i più noti esempi riportati dalla stampa internazionale). Il fenomeno andrebbe monitorato e studiato con serietà scientifica, perché la capacità attrattiva della regione si incrementa di molto, proprio partendo dalla valorizzazione dell’immagine imposta dai mezzi di comunicazione di massa, com’è noto intrinsecamente multidisciplinari, con il naturale corollario di altre auspicabili iniziative collegabili (formative, editoriali, eno-gastronomiche, artigianali). Sarebbe un non piccolo errore istituzionale e dell’intraprendenza privata, a parte i ricchi risvolti indotti nell’immediatezza realizzativa, porsi di fronte alla decentrabile industria cinematografica con superficialità, sottovalutazione e scetticismo, se è vero che ancora oggi, e non serve negarlo per partito preso, cioè a distanza di alcuni anni, continua a innescare curiosità in ogni parte del mondo la discussa passione gibsoniana per Matera, e non solo tra gli addetti ai lavori hollywoodiani in cerca di scenari inusuali. L’autentica ricchezza del futuro è fatalmente destinata a derivare sempre più dalla conoscenza, immaterialità che nasce dalla razionalità ed emozionalità dell’esistenza propria di ciascuno, riproducibile con fantasia, cioè con inventiva, creatività e immaginazione, però mai disgiungibile dalle connaturate emozioni che continuerà a sprigionare la realtà tangibile delle cose.
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