INTERVISTA A
FILIPPO PALERMO, PRESIDENTE DELLA PROTEZIONE CIVILE GRUPPO "LA TORRE" DI TURSI
Una
vita in prima linea, si potrebbe dire, e non è il titolo di un nuovo film in
uscita nelle sale italiane, bensì l'emblema di una persona che non si è
risparmiata, soprattutto quando c'era da fare qualcosa per gli altri.
Presidente
Palermo, ci parli un po' della sua vita.
Sono nato nel 1950, in una famiglia di sei figli, e le possibilità di studiare erano ben
poche, senza contare che la volontà scarseggiava, cosi mi tuffai subito nel
mondo del lavoro.
Appena raggiunta la maggiore età, mi trasferii in Germania
dove ho vissuto per tre anni. Dopo, trascorro un anno a Torino, poi ritorno
brevemente a Tursi e quindi riparto per Bologna. Qui arriva la svolta, perché
incontro la donna della mia vita, mi sposo e ritorno a vivere nel mio amato e
mai dimenticato paese. Ero pieno di progetti e con tanta voglia di fare, però ho
dovuto fare i conti con un brutto incidente stradale (dieci giorni di coma e parecchie
fratture), che seguiva ad altri due incidenti seri. Tutti questi eventi, come
spesso accade, mi hanno fatto capire ancora di più l'importanza di certi
aspetti della vita che prima non vedevo con la stessa luce.
Iniziai cosi ad
occuparmi del sociale, poiché sentivo il forte desiderio in me di fare qualcosa
per gli altri e soprattutto per i giovani. Con l'amico Claudio Verde fondai una
società di Pallamano, che mandammo avanti per circa un decennio e fu un
esperienza esaltante. Mi resi conto che cercare di stare vicino ai giovani, di
indirizzarli verso uno stile di vita giusto e, se vogliamo, di aiutare i
genitori nell'educazione dei ragazzi, mi gratificava molto. Dopo la pallamano, mi
sono occupato per quindici anni del calcio a 5, una pratica sportiva che
abbiamo importato a Tursi con Claudio Verde, Lorenzo Spadafora e Giuseppe
Cuccarese. Nonostante la massima trasparenza e correttezza profusi in questo
sport, a causa di incomprensioni, mi allontanai dal calcetto, come tutti lo
chiamano, e mi sono dedicato al servizio della Protezione Civile.
Dopo
una vita vissuta sempre a mille all'ora, giungiamo ai giorni nostri. Quando è
iniziato il suo percorso nella Protezione civile e per quali ragioni ha fondato
un gruppo tutto suo?
Ho
cominciato poco prima che la regione, e soprattutto il nostro Metapontino, fossero
travolti dalla bufera delle scorie nucleari da destinare a Scanzano Jonico nel
2003. Quando l'allora maresciallo dei vigili urbani di Tursi decise di fondare
un gruppo della Protezione civile comunale, io aderii subito. Durante la
veemente, ma sempre civile protesta, che mettemmo in campo per sovvertire le
decisioni del governo Berlusconi, trascorsi quattordici notti al presidio di
Lagonegro sull'autostrada. La pacifica protesta ha dato per fortuna i suoi
frutti e cosi tutto è rientrato. Successivamente, il sindaco, pur volendo
potenziare la protezione civile locale, ne accentuò la tendenza, con persone esclusivamente
più vicine a lui politicamente, almeno questa fu la mia impressione.
Gli incontri
che seguirono, per effettuare il passaggio della Protezione civile da comunale
a regionale, in modo da ampliare il raggio di azione della squadra, non
portarono agli effetti sperati e non nascondo che ci furono anche animati
scambi di battute tra me e il primo cittadino. Dunque, fu in quelle occasioni
che molti si dissociarono dalla concezione di Protezione civile che intendeva
il comune, e nacque l'idea di fondare un nuovo gruppo, iscritto all'albo
regionale che è quello che ancora oggi ho l'onore di presiedere. Così, in
questi anni, abbiamo svolto sempre un lavoro egregio quando siamo stati
chiamati, senza mai avanzare alcuna pretesa, anche se nello statuto è
riconosciuto un minimo di rimborso spese.
Cerchiamo
di conoscere meglio la struttura della vostra associazione. Come è composto
l'organigramma, quanti sono gli iscritti e se ci sono presenze femminili.
L'associazione
nasce nel 2006 e conta 62 iscritti, per la maggior parte figure femminili. Enzo
Sanchirico è il vice-presidente, Francesco D'Alessandro, Rosanna Cospite,
Isabella Buccolieri e Anna Clericò sono i consiglieri.
Ritornando
alla scissione intestina della Protezione civile tursitana, lei vede oggi spiragli
di ricucitura?
Per
formare un gruppo più unito e coeso, che superi queste vecchie discordanze, si
potrebbe anche puntare ad iscriversi all'albo nazionale. Da parte mia, e di
tutta la mia associazione, resta solo viva l'intenzione di non rinunciare alla
nostra identità. Sediamoci, ne discutiamo da persone civili e mature a vediamo
se ci sono prerogative positive o meno.
Per
concludere, com'è il rapporto con le istituzioni e le altre associazioni?
Dopo
gli episodi che ho già menzionato, due anni fa anche l'attuale vice-sindaco
volle perseguire il progetto del potenziamento della Protezione civile, per
questo lo contattai proponendogli di fondere le due associazioni, visto che la
Protezione civile gruppo "La Torre" è già iscritta, come dicevo, all'albo
regionale. Tuttavia, fu ritenuto opportuno fare una fusione con il gruppo
"Lucano", escludendo noi. Ancora a luglio dell'anno scorso, ho inviato una
lettera al Comune per richiedere l'attivazione dei tutor sugli scuolabus,
disponibili anche ad affiancare gli insegnanti a scuola, soprattutto per l'assistenza
ai bambini disabili, ma non c'è stata alcuna risposta, né positiva né negativa.
Si può facilmente dedurre che il rapporto con le istituzioni è nullo, inutile
negarlo, ma non certo per volontà mia. Con le altre associazioni, invece, il
rapporto è buono. Non a caso con l'Unitalsi, con la Croce Rossa e con l'Aido,
c'è uno scambio, una stima reciproca e sostegno, che danno maggiore vigore ad ogni
nostra iniziativa.
Salvatore
Cesareo
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